Un posto in cui trovare interessanti interviste ad esponenti della moda, della cucina, del web e dei fumetti? Esiste, si chiama “fuori dal coro”. Uno spazio virtuale in cui professionisti di diversi settori si raccontano parlando di passioni e interessi che hanno trasformato nella propria professione. Si tratta di una sezione di WE: il blog di Stampaprint.net, azienda leader nel web to print. Con Stampaprint si possono realizzare prodotti pubblicitari di ottima qualità per campagne promozionali come business card, pieghevoli, flyer, etichette e adesivi per superfici piane.
Oggi abbiamo il piacere di intervistare Marina Della Pasqua: food blogger. Marina ci parlerà del suo amore per i fornelli e della decisione di aprire latartemaison.it. Ci racconterà del suo rapporto con la tradizione culinaria romagnola e di quello con la cucina francese.
Quando è venuta alla luce la sua passione per l’arte culinaria? Cosa l’ha spinta qualche anno fa ad aprire un food blog?
L’avventura di blogger è iniziata cinque anni fa cercando di trovare nuovi stimoli in un momento della vita non semplice. La passione per la cucina fa parte di me. Da ragazzina ho iniziato preparando i primi dolci semplici poi è diventato uno dei modi per rilassarmi e svagarmi nelle pause dallo studio all’università. Per fortuna mia madre mi ha sempre lasciato fare, mettendomi a disposizione la sua cucina e i suoi libri. Ammetto che è stata lei la mia principale fonte di ispirazione ed è ad oggi la mia prima maestra.
Nel suo blog c’è una sezione dal nome “Dove vado”. Come viaggia una food blogger? Qual è il piatto più strano che ha provato durante i suoi itinerari?
In realtà “dove vado” nasceva come rubrica in cui avrei voluto raccontare tutti i miei viaggi e le mie scorribande gastronomiche. Col tempo ho visto che il piacere di vivere certe situazioni aveva la priorità sul racconto e quindi ho iniziato a selezionare le situazioni. Anche perché prima di parlare di un ristorante cerco sempre di provarlo almeno un paio di volte, non mi fido dei giudizi affrettati.
Quando viaggio che sia in Italia oppure all’estero mi viene naturale cercare le specialità del posto, i prodotti tipici, i piatti particolari, mi sembrerebbe di approfondire meno la conoscenza del luogo che scelgo di visitare se non assaggiassi le specialità locali.
Il piatto più strano? Diciamo il prodotto più strano mai assaggiato sono state le orecchie di maiale fritte assaggiate a Madrid. A dir la verità l’ho saputo solo dopo averne mangiate mezzo cestino… In effetti erano buone!
“La Tarte Maison” è il titolo del suo blog. Ce lo racconta? Come cambia il rapporto col cibo oltralpe? Qual è il piatto francese che più l’ha colpita?
Quando ho deciso che avrei aperto una spazio tutto mio qui sul web ho subito pensato che dovesse avere un nome francese, ho sbirciato fra le foto scattate poco tempo prima a Parigi e nella lavagna di un menu era indicata la “tarte maison”. Ho subito deciso che era un nome perfetto, anche se, col senno di poi un po’ difficile da ricordare in Italia.
Se possibile i francesi sono ancora più attenti di noi italiani al cibo e alla qualità di ciò che mangiano, diciamo che ce la giochiamo! Fra i piatti francesi quello che mi ha colpita di più è sicuramente il ris de veau. Mentre fra i dolci la Paris Brest è il massimo che io possa desiderare in un dolce.
Altra sezione particolare è quella dedicata alla cucina romagnola. Qual è il suo piatto forte della tradizione? Quale invece resta la sua bestia nera?
Della cucina romagnola amo preparare la pasta fresca. In sé il gesto di tirare la pasta con il mattarello ha qualcosa di speciale e rilassante. Quindi spazio dalle tagliatelle alle lasagne, dai cappelletti ai maltagliati.
La mia “bestia nera” rimane il pesce, che qui in riviera è uno dei piatti forti. Se poi devo indicare un piatto preciso direi che la frittura di paranza è qualcosa che non mi è mai passato per la testa di preparare, già con le fritture in generale non vado d’accordo figuriamoci con una istituzione come il pesce!
Quali consigli può dare a chi volesse approcciarsi all’arte culinaria?
Essere curiosi. La curiosità ti muove anche in cucina e la voglia di sperimentare è di sicuro stimolante. Consiglio di affidarsi a dei testi di cucina “solidi”per farsi le basi, per me è stato l’Artusi ma ci sono anche Ada Boni o Veronelli. Una volta che si ha un’infarinata si può partire con tranquillità. Per fortuna la cucina non è una scienza esatta (fatta eccezione per la pasticceria) e sperimentare è consentito e divertente!
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