Davide Bastianoni, fotografo di matrimoni, ha alle spalle una tradizione familiare nel campo della fotografia. La forza delle sue fotografie sta nella semplicità degli scatti e nell’abilità di catturare l’emozione suscitata da una giornata così importante.
La professione del fotografo è parte della sua famiglia da generazioni. Cos’è che l’ha spinto ha proseguire questa strada?
Decisamente non lo so, all’inizio era quasi un dovere verso la mia famiglia, cosa veramente sbagliata e credo sia stato il momento peggiore per me e per la mia fotografia. Ma il motivo che mi ha spinto e mi spinge nel proseguire questa strada è stato il cercare di capire cosa significa fotografare e come farlo. Infatti se ogni sera vado a dormire con la certezza di non esserci riuscito fino in fondo so che il giorno dopo avrò un altra possibilità per provarci, queste parole di uno dei fotografi che ammiro di più, Giovanni Gastel, mi accompagnano sempre ed è questo che mi spinge ogni giorno a fotografare.
Quali sono le caratteristiche del suo modo di fare fotografia?
Non credo di aver delineato ancora uno stile, almeno non del tutto. Cerco sempre di seguire una certa semplicità nelle fotografie e che possano essere credibili. La committenza per adesso è una parte fondamentale del mio lavoro e stile, visto che le richieste per un matrimonio Giapponese, Indiano o Americano sono molto diverse tra loro. Probabilmente il fil rouge che per me lega il tutto è una certa complicità tra me e il soggetto che fotografo, che siano scarpe o persone…
Semplicità ed emozioni: in che modo riesce a comunicarle attraverso le immagini?
Credo che siano due aspetti veramente interessanti e complicati da comunicare, soprattutto la semplicità….Seguo l’idea del “Less is more” e di avere delle immagini molto pulite con ampio respiro per il soggetto, delle luci vere e di guardare con interesse ciò che vedo. Questo processo credo sia un’evoluzione naturale per il mio lavoro visto che all’inizio cercavo di inserire più elementi possibili in una fotografia per renderla bella oggi cerco di toglierli per renderla buona, secondo il pensiero di Ghirri ma risulta veramente difficile. Le emozioni sono tutt’altra cosa, possono essere vere o dare l’idea che lo siano. Non credo che sia più importante una o l’altra ma il punto sta che siano credibili.
Da dove nasce la sua passione per i matrimoni?
La passione per i matrimoni non è mai nata è stata una necessità legata al bisogno di dover vivere con questo lavoro. Mi spiego meglio, mi piace molto fotografare e trovando nei matrimoni un campo dove poter ogni giorno sperimentare tra still life , ritratto e reportage è stato per me un terreno fertile dove poter provare a fare quello che avevo in testa. Il trovare committenze di diversa nazione e religione e a spostarmi in giro per l’Europa è stato un amplificare dell’idea e dell’importanza che vedo in questo lavoro. Sono certamente consapevole che queste fotografie non serviranno a cambiare o far riflettere masse di persone ma sono a volte l’unico ricordo che una famiglia lascia alle prossime generazioni. In questo vedo la parte più sociale del mio lavoro.
Quali sono i preparativi e i retroscena di un servizio fotografico per un matrimonio?
I preparativi sono semplici, tutta la vita che ho passato e le esperienze mi portano a raccontare il matrimonio sempre con le stesse paure, gli stessi drammi ma in modo completamente diverso. Questo perchè non si può essere “ preparati “ per un evento che può avere mille variabili. In questo sta la professione del fotografo, le ansie e le paure ci sono ogni volta. Puoi studiare tutte le tecniche ma fino a che non fanno parte di te sono solamente accessori all’immagine che si realizza. Per i retroscena diciamo che la lista è davvero lunga, vediamo la vita delle persone e come possono essere nel loro intimo è un qualcosa di molto particolare nel bene e nel male…Isterie dell’ultimo minuto, pianti e abbracci ci accompagnano molto spesso.
C’è una fase che la coinvolge maggiormente? Perché?
Si, mi piacciono moltissimo i ritratti della coppia. Adoro questa parte perchè il rapporto diventa intimo , cerco di tirare fuori e fotografare la loro personalità. In particolare mi piace fotografare la sposa, probabilmente per la sua eleganza e questa una delle caratteristiche che non devono mai mancare nel mio racconto del matrimonio. Forse perchè ancora oggi la fotografia di mia nonna che si sposava nel 1930, nella sua semplicità ed eleganza mi accompagna tutti i giorni.
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