Gli italiani sono un popolo di lettori? Se parliamo di libri, probabilmente no. Ma se si tratta di quotidiani, viceversa, pare proprio di sì. Il terzo Rapporto Audipress 2015 rivela infatti una serie di dati che spiegano come la stampa, sia essa cartacea o (sempre più) digitale, rivesta ancora un ruolo di primo piano per una larga fetta della popolazione: ogni mese 45,5 milioni di italiani di italiani (ovvero l’85,8% della popolazione adulta) leggono o sfogliano un titolo stampa (su carta o digitale replica), 29 milioni al giorno sono le letture per quanto riguarda i quotidiani. Stando al Rapporto pubblicato nelle scorse settimane da Audipress, una media di quasi 9 adulti su 10 legge almeno un titolo di stampa su carta o sulla replica digitale.
Entriamo un po’ più nel dettaglio. Per quanto concerne i quotidiani, sono 18,7 i milioni di lettori di almeno un quotidiano in un giorno medio sommando il supporto cartaceo e la replica digitale, ovvero il 35,3% della popolazione dai 14 anni in su. Si tratta del dato più basso dell’ultimo biennio.
Gli uomini (62,1%) sono più numerosi delle donne (37,95) e la fascia di età più rilevante è quella che va dai 55 anni in poi (40,0%), seguita a ruota dalla fascia dai 35 ai 54 anni (36,6%). Il pubblico più ampio tra i lettori possiede un diploma di scuola media superiore (40,3%), mentre i laureati corrispondono soltanto al 16,6% del totale. Il 53,4% dei lettori sono imprenditori, dirigenti e liberi professionisti. Subito dopo, con il 44,9%, ci sono negozianti, artigiani e lavoratori in proprio.
Passiamo ai settimanali. In questo segmento i lettori italiani su carta digitale o replica cartacea negli ultimi 7 giorni scendono a 16,2 milioni, ovvero il 30,6% della popolazione con almeno 14 anni, per un totale di oltre 28 milioni di letture settimanali. Il pubblico si ribalta completamente rispetto ai quotidiani: il 64,9% del totale è composto da donne, mentre soltanto il restante 35,1% è maschile. Il 37,0% dei lettori possiede un diploma di scuola media superiore, il 34,6% un diploma di scuola media inferiore, il 14,8% ha la licenza elementare o nessun titolo scolastico e il 13,6% è laureato. Il 32% dei lettori sono casalinghe, studenti e pensionati. Il 31% rientra nella categoria di imprenditori, dirigenti e liberi professionisti. Il 30,9% sono invece impiegati.
L’ultima categoria presa in esame è quella relativa ai mensili. Qui i lettori su carta o replica digitale ammontano a 15,8 milioni, ovvero il 29,9% della popolazione con almeno 14 anni. Anche qui a prevalere sono le lettrici (il 52,9% del totale) rispetto ai lettori (47,1%). Il 43,6% del totale è in possesso di un diploma di scuola media superiore, il 31,9% di quello di scuola media inferiore. Quasi la metà di questo pubblico (il 45,8%) è composto da imprenditori, dirigenti e liberi professionisti. Seguono gli impiegati (il 38,5%) e negozianti, artigiani e lavoratori in proprio (34,0%).
Anche il capitolo sui comportamenti di lettura rivela interessanti statistiche. Si scopre ad esempio che oltre la metà (il 54,4%) di coloro che leggono i quotidiani non lo acquista, bensì lo trova (magari al bar) o lo riceve da altri. Quello dei settimanali è il segmento con la più alta percentuale di abbonati (il 7,4%), anche se tale cifra è molto simile a quella dei mensili (7,2%). I quotidiani sono anche il periodico con la frequenza di lettura alta più elevata: chi ce li ha per le mani non può fare a meno di sfogliarne subito le pagine.
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