Ho deciso di scrivere questo articolo sul lavoro occasionale perché ritengo sia un valido alleato per chi, come me e come te, si è trovato nella situazione di non poter aprire una Partita IVA – o comunque di pensarci su prima di farlo – ma di voler comunque accettare un determinato lavoro o una determinata proposta.
Inoltre, con il Jobs Act ci sono interessanti sviluppi per la vecchia prestazione occasionale che è stata convertita, appunto, in lavoro autonomo occasionale: decadono i 30 giorni di prestazione per lo stesso committente che invece erano previsti come obbligo nella prestazione occasionale .
Oggi è impossibile pensare, sopratutto se di professione fai il grafico o il giornalista o il social media manager, che le forme di contratto tra il committente ed il lavoratore sia sempre e solo una forma di contratto dipendente (determinato o indeterminato). E tu dirai “Che problema c’è: apro una partita IVA, magari al regime dei minimi!”; vero, puoi pensare di farlo, ma informati bene presso il tuo commercialista circa i parametri per avviarla e gli oneri da versare.
Se invece ti ritrovi ancora nel limbo e non sai bene che cosa fare, ma hai un cliente oppure più di uno che ti vorrebbero commissionare un determinato lavoro per un breve periodo di tempo ed in modo saltuario, allora la formula del lavoro autonomo occasionale fa proprio al caso tuo. Infatti questa forma è molto indicata per tutti coloro che hanno la possibilità di sfruttare le proprie competenze che vengono richieste in modo occasionale da un determinato committente e che si trovano sia nella situazione di non avere un lavoro o di averne già uno. Conoscere questa forma di contratto è molto importante perché non sempre aprire una partita IVA è la cosa giusta da fare.
Inoltre devi sapere che il committente ha spesso la necessità di documentare come ha speso determinate somme di denaro e che quindi, potrebbe succedere che, a fronte di questa esigenza, ti chieda di aprire una partita IVA; valuta bene se è il caso e sopratutto da oggi potrai controbattere dicendo “Ehi, ma perché non parliamo di lavoro autonomo occasionale?”.
Altro vantaggio per te: se scegli questo tipo di rapporto, e se rispetti le norme di legge, sei esentato dal pagamento delle tasse ma lavori nel pieno rispetto delle regole.
Ora vediamo nel merito che cosa vuol dire instaurare un contratto di collaborazione per prestazioni occasionali e chiariamo per bene che cosa dice la legge in merito.
Il lavoro autonomo occasionale: che cos’è.
Tipologia di collaborazione introdotta nel 2003 (prestazione occasionale) in seguito all’attuazione della legge Biagi e poi modificata dal 25 giugno 2015, la formula del lavoro autonomo occasionale sancisce che il lavoratore si obbliga, dietro ad un corrispettivo stabilito tra le parti, a compiere un’opera o un servizio senza nessun tipo di subordinazione in modo occasionale e senza coordinamento da parte del committente.
Caratteristiche di questa formula sono:
- un compenso complessivo per la prestazione non superiore ai 5000 euro annui netti nel corso dello stesso anno solare;
- carattere occasionale: ossia non duraturo nel tempo per un determinato committente;
- carattere autonomo: chi presta lavoro occasionale non instaura con il committente un rapporto di dipendenza e perciò non deve assolvere a nessun obbligo previsto da questi tipi di contratti;
- Esenzione per il lavoratore dagli obblighi contributivi INPS;
- Emissione da parte del lavoratore autonomo di una ricevuta fiscale in cui sono indicati i seguenti parametri: dati personali del committente, dati personali del prestatore d’opera, dati di identificazione della ricevuta (numero e data), compenso lordo percepito, importo della ritenuta d’acconto (20% sul compenso lordo), totale netto da corrispondere.
Nella compilazione della ritenuta d’acconto deve essere prestata massima attenzione sopratutto per la compilazione del campo data che non deve corrispondere alla data in cui è stato ultimato il lavoro bensì deve corrispondere alla data in cui viene ricevuto il compenso.
In Conclusione
Il lavoro autonomo occasionale credo che sia una valida alternativa all’apertura di una Partita D’IVA che, sicuramente a livello previdenziale ti consente di versare dei contributi utili ai fini pensionistici, ma che comunque comporta una serie di oneri che non tutti si possono permettere. Credo che valga la pena sperimentare questa formula e cercare di capire se fa al caso tuo; ti consiglio comunque di sentire un esperto in materia (e ben vengano gli esperti) per cercare di chiarire i tuoi dubbi e soprattutto per fare la cosa migliore per te e per la tua professione.
Salve, articolo interessante per me che appunto sono un grafico e al momento sono nel “limbo” da lei descritto;
In effetti ora dovrei fare un lavoro dove il cliente ha bisogno non solo del lavoro di grafica ma anche di stampe. Come mi dovrei comportare? Nella prestazione di lavoro autonomo occasionale io posso “rivendere” appunto le stampe di una tipografia “x”? Oppure l’unica strada è far fatturare le stampe direttamente al cliente? (Si tratta di un Ass. Culturale).
Grazie mille.
La questione è piuttosto dibattuta: per essere certo che il tuo comportamento sia in linea con le direttive, ti consigliamo di rivolgerti ad un consulente.