Artigiana che ama illustrare, Enrica Trevisan ci stupisce con le sue creazioni in legno dai colori vivaci e solari. Lasciandosi guidare dalla passione per il disegno, è arrivata oggi ad avere una vera e propria impresa artigiana di oggetti e accessori rigorosamente handmade. Conosciamola insieme.
La sua passione per il disegno e l’arte è cominciata fin da giovanissima. Si era già immaginata un futuro come illustratrice?
L’arte era parte di me, ma mai avrei immaginato di diventare illustratrice. Nel mondo dell’illustrazione ci sono entrata a piccoli passi mentre frequentavo l’Università. Tra una formula chimica e l’altra sentivo il bisogno di dare spazio alla mia creatività e in occasione del mio compleanno mi regalavo corsi di illustrazione per l’infanzia a Sarmede e all’Artelier di Padova. Non è stato un percorso scelto con razionalità ma a guidarmi è stata la passione. Ai corsi assorbivo come una spugna tutti i consigli e annotavo su un quadernetto delle piccole regole, i titoli degli albi illustrati e i nomi delle varie librerie della mia zona; da tutto questo è nata la mia passione per l’illustrazione, che poi mi ha portata ad una ricerca rivolta all’illustrazione applicata ad oggetti di uso comune e accessori in legno.
Ci sono stati illustratori/illustratrici che l’hanno particolarmente ispirata o da cui ha appreso tecniche particolari?
Non ci sono stati illustratori che mi hanno ispirata nelle tecniche artistiche o nello stile, ma che mi hanno motivata a dedicare più tempo al disegno, alla sperimentazione e alla caratterizzazione dei miei personaggi.
Quando ha cominciato a dar vita alle sue creazioni in legno?
Ho cominciato a produrre alcune piccole creazioni nel 2008, ma tenevo tutto per me o quasi.
Ad un certo punto qualcuno mi disse “Enrica, prova a fare un mercatino! Almeno provaci!”.
Così nel 2009 ho cominciato seriamente a dedicarmi a questa passione, iscrivendomi a dei piccoli mercatini dell’artigianato, esponendo prevalentemente oggettistica in legno, stoffa e ceramica realizzata e dipinta a mano con le mie illustrazioni.
Poi ho iniziato ad appassionarmi all’handmade e all’ artigianato a 360 gradi, e dopo quattro anni ho cercato di concretizzare il mio hobby.
Ora collaboro con alcuni negozi che condividono con me l’amore per il fatto a mano e in particolare per l’illustrazione per l’infanzia.
Dal 2014 la mia passione è diventata una piccola impresa artigiana.
Qual è il processo da cui nascono orecchini, spille e collane?
Tutto nasce dal legno e dalla carta. Il legno viene tagliato su misura in base alla creazione da realizzare e poi viene levigato con cura. Quando vengo colta dall’ispirazione fisso le idee sulla carta. Successivamente riporto i disegni sul legno e dipingo le creazioni con colori acrilici e pennellini dalla punta sottilissima. Infine, per proteggere le creazioni, applico la vernice trasparente lucida.
Negli ultimi tempi c’è un notevole interesse verso l’handmade. Come mai, secondo lei? Cosa può rappresentare un oggetto fatto a mano?
Credo che il merito sia di tutte le persone che in questi anni di crisi economica hanno sostenuto una piccola rivoluzione che si è fatta strada con il motto “Be different, Buy Handmade!”. Contando sulle proprie capacità o sulle proprie competenze si sono inventate un vero e proprio lavoro spiegando che un oggetto fatto a mano racchiude al suo interno la storia, i ricordi, la passione, le fatiche e i sogni di chi lo crea distinguendosi per l’unicità. Chi mostra vero interesse verso l’handmade ha iniziato a dare il giusto valore al lavoro di chi crea con le proprie mani, soprattutto in un’ epoca di grande omologazione degli oggetti come la nostra. Io appoggio con convinzione questo pensiero e spero che le persone siano sempre più sensibili verso questo mondo, un mondo più giusto.
Ha progetti in corso o in vista per il futuro?
Continueranno delle collaborazioni che si sono consolidate nel tempo.
Tra queste c’è quella con Anna de “La Pinotteria”, per dare vita a dei portafogli in serie limitata, personalizzati con le mie illustrazioni.
Per il futuro? Chissà, molti sogni sono ancora nel cassetto.
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