Barbara Cantini è una apprezzata illustratrice italiana. Attualmente sta lavorando al secondo libro della trilogia di “Ivy Pocket” per la Greenwillow books (HarperCollins), in uscita negli Stati Uniti la primavera prossima. Sarà al Lucca Comics and Games 2015 con una tavola illustrata, nell’ambito della mostra “STRUMENTI DI VIAGGIO. Mappe, atlanti, bussole e navigatori”, insieme agli altri illustratori selezionati nell’ambito del Concorso per Illustratori e Fumettisti Lucca Junior 2015.
Quando ha capito che voleva fare l’illustratrice?
La passione per il disegno è sempre stata presente fin da quando ero piccola e non ho mai avuto dubbi sul fatto che avrei fatto studi artistici. Prima però di arrivare all’illustrazione sono passata dal mondo del cartone animato, che mi ha sempre affascinato ed ho lavorato in questo settore per tre anni. Dal 2011 mi dedico solo all’illustrazione ed ho abbandonato il settore dell’animazione. Quello che mi ha dato la spinta e la fiducia per decidere di dedicarmi esclusivamente all’illustrazione, la mia passione principale, è stato vincere il Concorso “L’illustratore dell’anno” di Città del Sole nel 2011. Questo premio, e poi ricevere le tante e-mail di persone che mi hanno scritto spendendo del tempo anche solo per dirmi che avevano apprezzato il mio lavoro, è stato emozionante e gratificante, specialmente per una come me che tende sempre ad essere un po’ insicura. Mi hanno scritto persone di tutte le età , non necessariamente con figli o nipoti. Anche qualche giorno fa dagli Stati Uniti mi ha scritto “an old guy — 70 years old”, come si è definito lui, per complimentarsi delle mie illustrazioni di “Anyone but Ivy Pocket” (Greenwillow books). Ricevere calore dalle persone, sapere di aver suscitato anche una piccola emozione positiva in qualcuno è la cosa più bella del mio lavoro.
Lei è illustratrice e animatrice cartoon. Quali sono le differenze tra i due modi di lavorare?
I metodi di lavoro sono piuttosto diversi, ma hanno qualche tratto in comune. Per quanto riguarda il cartoon è praticamente necessario lavorare in team. Salvo brevi cortometraggi, lavorare da soli richiederebbe tempi biblici (incompatibili con le scadenze) e competenze approfondite in diversi settori: character design, background artist, storyboard artist, prop design, animazione, montaggio video, audio… L’illustrazione invece è un lavoro che principalmente si svolge in solitaria, ovviamente ci sono (e sono importantissimi!) momenti di scambio e confronto con l’editore, l’autore o altri illustratori in alcune occasioni, ma fondamentalmente il processo di creazione avviene da soli. Quello che i due metodi hanno in comune è il saper raccontare una storia per immagini, la realizzazione di uno storyboard e il lavoro di creazione dei personaggi, anche se quest’ultimo punto differisce molto spesso per scelta di stile tra i due settori. In animazione nella maggioranza dei casi si ricerca una caratterizzazione notevole, quello che è definito uno stile “cartoon” invece è visto direi come un difetto nell’ambito dell’illustrazione da un certo livello in poi. Ma in certi lavori più di nicchia dell’animazione possiamo vedere un avvicinamento, in termini di linguaggio visivo, all’illustrazione più artistica.
In che modo si creano i disegni per i cartoni animati? Ci sono delle tecniche particolari?
Il processo per creare animazioni, come accennato sopra è piuttosto lungo e solitamente coinvolge più persone. Si parte da un’idea o da una sceneggiatura, che viene sviluppata attraverso uno storyboard, una narrazione che appare simile alle vignette di un fumetto e che mostra il ritmo della storia e le inquadrature. Questo poi evolverà in un animatic, cioè uno storyboard animato con una prima bozza sonora, che serve a verificare meglio i tempi, il ritmo e l’efficacia della futura animazione. Parallelamente c’è chi si occupa dello studio dei personaggi, chi di quello dei background. Per le serie animate c’è anche tutto lo studio degli oggetti d’uso e d’arredo che circondano i personaggi. Una volta definito tutto questo, si passa al processo di animazione vero e proprio, che cambia a seconda che si tratti di animazione manuale, bidimensionale al computer, o 3D. Vengono poi creati dei fotogrammi chiave che daranno agli animatori l’indicazione di come deve svolgersi l’animazione. Nell’animazione manuale c’è anche chi si occupa di “ripulire” tutti i fotogrammi disegnati “a schizzo” (fase di clean-up). Questo passaggio è completamente scomparso nell’animazione al computer, dove abbiamo un personaggio con parti “mobili”, spostabili e deformabili, precedentemente preparato e pronto per essere animato. Infine c’è l’aggiunta degli effetti, il montaggio video ed audio. Questo è a grandi linee quello che avviene, si capisce che è molto importante saper lavorare in gruppo.
Nel momento in cui deve realizzare delle illustrazioni per racconti, in che modo crea i suoi personaggi? Ci sono degli elementi del racconto a cui presta particolare attenzione?
Dopo aver letto la storia cerco di buttare giù qualche schizzo delle visualizzazioni mentali che sono scaturite durante la lettura. Se il racconto mi ha particolarmente colpito, certi personaggi riescono subito ad avere delle caratteristiche molto chiare nella mia mente, ed ho subito una gran voglia di disegnarli. Quindi attraverso lo schizzo li metto via via a fuoco, prendo confidenza con loro, ci faccio “amicizia” e poi arrivo a definirli chiaramente. Non so se dipende dai miei trascorsi nell’animazione, ma solitamente li immagino in movimento. Come parlano? Come si muovono? In che ambiente vivono? Come vestono? Il comportamento dei personaggi, la loro connotazione nella narrazione, insieme alle mio vissuto visivo ed artistico acquisito negli anni con la storia dell’arte, l’illustrazione, il cinema e la semplice osservazione della realtà quotidiana, mi suggerisce come rappresentarli. Il personaggio di Ivy Pocket è diventato di casa, quando ho terminato le illustrazioni del primo libro mi mancava quasi come se fosse reale! E adesso che sto lavorando al secondo volume è bello aver ritrovato la compagnia della mia piccola simpatica amica svitata. Sono molto affezionata anche al parrucchiere de “A comprare la città di Stoccolma”(Emme ediz.), così felice e soddisfatto nella sua beata ignoranza, che arriva a Stoccolma in compagnia del suo gatto rosso (e qui la mise del parrucchiere è liberamente ispirata a Totò e Peppino a Milano).
Quando ha deciso di aprire il suo shop online? Quali sono gli oggetti maggiormente richiesti?
Lo shop on-line è un esperimento di qualche mese fa, per adesso assai embrionale e da riorganizzare in modo più funzionale. L’idea è nata principalmente per agevolarmi la vendita delle stampe, dato che molte persone me le chiedevano via e-mail e dovevo personalmente recarmi alla mia copisteria di Firenze ogni volta, imballare e spedire il tutto. Poi, data la facilità d’uso del sito, la cosa si è allargata anche a gadget di vario tipo, sull’onda dell’entusiasmo, ma devo ancora dedicarci molto tempo. Lo shop fa capo agli Stati Uniti e all’Inghilterra e per me l’ideale sarebbe trovare qualcosa di qualitativamente analogo in Italia, visto che le spese di spedizione per certi oggetti rischiano di scoraggiare molto chi vuole acquistare.
Quali sono i prossimi progetti in cantiere?
Attualmente sono impegnata con il secondo volume della trilogia americana di “Ivy Pocket” per la Greenwillow books (HarperCollins) che mi occupa la gran parte del tempo e parallelamente sto lavorando ad un’antologia per la quarta elementare. Prossimamente sarò in mostra con una mia tavola a Lucca Comics and Games, dal 29 ottobre al 1 novembre 2015, nell’ambito della mostra “STRUMENTI DI VIAGGIO. Mappe, atlanti, bussole e navigatori”, insieme agli altri illustratori selezionati nel concorso. Per l’inizio dell’anno prossimo sto ancora definendo anche una collaborazione con il negozio Città del Sole di Firenze, che spero si riusciremo a concretizzare. Infine ho almeno tre idee per albi illustrati completamente mie per testo e illustrazioni che vorrei tanto trovare il tempo per realizzare!
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