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Home  /  Blog  /  Comunicazione  /  WordPress contro Wix: l’accusa di furto del codice
30 novembre 2016

WordPress contro Wix: l’accusa di furto del codice

Scritto da Emanuele Salvato 30 Novembre 2016
Comunicazione Lascia un commento Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio 2023

Una polemica non da poco sta infiammando il web in questi giorni: si tratta della querelle nata tra Matt Mullenweg e Avishai Abrahami. Chi sono costoro? Per chi non li conoscessero, Mullenweg e Abrahami sono i fondatori di due tra le più importanti piattaforme di personal publishing del mondo.

Matt Mullenweg è il patron di WordPress, content management system (CMS) fondato nel 2003 che consente la creazione e distribuzione di un sito web formato da contenuti testuali o multimediali, facilmente gestibili ed aggiornabili in maniera dinamica. Avishai Abrahami invece nel 2006 ha fondato (assieme a Nadav Abrahami e Giora Kaplan) Wix.com, piattaforma di sviluppo web su base cloud che permette agli utenti di creare siti HTML5 e mobile attraverso l’uso di strumenti drag and drop. Se WordPress è ad oggi utilizzato dal 25% dei siti web mondiali, Winx, per quanto meno conosciuto, si sta ritagliando la propria fetta di mercato, con oltre 80 milioni di utenti in più di 190 Paesi del mondo.

Matt Mullenweg, ideatore di WordPress
Matt Mullenweg, ideatore di WordPress

Lo scorso ottobre è iniziato un feud online tra i due patron fatto di scambi di commenti accusatori e aggressivi. All’origine di questo scambio c’è stata l’ultima app rilasciata da Wix proprio lo scorso ottobre che, molto similmente a quella di WordPress, permette di gestire il proprio sito con pochi click dal proprio telefono. A fine ottobre sul blog di Mullenweg compare il commento: “Last week I downloaded the new Wix (closed, proprietary, non-open-sourced, non-GPL) mobile app. I’m always interested to see how others tackle the challenge of building and editing websites from a mobile device. I started playing around with the editor, and felt… déjà vu. It was familiar. Like I had used it before. Turns out I had. Because it’s WordPress.” [N.d.a. “La settimana scorsa ho scaricato la nuova app mobile di Wix (il codice è chiuso, proprietario: né open source, né GPL). Ho avuto un déjà vu. Qualcosa di familiare, di già visto. Perché è WordPress.”]

Avishai Abrahami, fondatore e CEO di Wix.com
Avishai Abrahami, fondatore e CEO di Wix.com

Secondo Mullenweg, dunque, Wix avrebbe copiato in toto il codice di WordPress, il GNU. Il GNU è un linguaggio protetto da una licenza open source, la GNU General Public License (nota anche come GNU GPL o soltanto GPL), si tratta in realtà di un codice libero, open source appunto, quindi utilizzabile da tutti. Il problema è che Wix non si sarebbe limitata a copiare il codice, ma lo avrebbe addirittura chiuso con una licenza proprietaria, non GPL, dunque non open source, non citando nemmeno WordPress nei credits.

Per comprendere meglio la violazione di cui Wix è accusata, vediamo un attimo più nello specifico cosa significa usare una GPL e cosa essa comporti.

Si tratta di un modello di licenza opposta al copyright e per queso chiamata copyleft. L’autore del software o della licenza in questione concede alcuni utilizzi della propria opera anziché vietarli e i fruitori del prodotto non devono dunque chiedere specifico consenso. Possono utilizzarlo e persino modificarlo ma, a fondamento di tutto, il software deve restare libero. In proposito Wikipedia scrive: “Come ogni licenza di software libero, essa concede ai licenziatari il permesso di modificare il programma, di copiarlo e di ridistribuirlo con o senza modifiche, gratuitamente o a pagamento.” […] tuttavia: “Chi distribuisce è tenuto a rendere disponibile il codice sorgente del software alle persone che ne hanno ricevuto una copia o, in alternativa, accompagnare il software con una offerta scritta di rendere disponibile il sorgente su richiesta a prezzo nominale”. Inoltre, se vengono utilizzate parti GPL in un programma e questo viene successivamente distribuito, anche tutti gli altri codici sorgente del programma devono essere resi disponibili alle stesse condizioni di licenza. Questo concetto è ben spiegato nel blog guiodic.wordpress.com: “se non ci fosse questa restrizione, qualcuno potrebbe prendere il programma, modificarlo (magari in modo banale, cambiando qualcosa di insignificante), e poi ridistribuirlo come programma proprietario. In questo modo si interromperebbe la catena che è il vero successo della GPL: io creo un programma, qualcuno lo migliora e tutti (me compreso) possono godere di tali migliorie”. Ed è precisamente questa l’accusa che è stata mossa a Wix.

Secondo Mullenweg Wix avrebbe preso parecchi elementi di WordPress senza nemmeno essere adattati, dal blog si legge infatti: “The custom icons, the class names, even the bugs” [“Le icone personalizzate, i nomi delle categorie, persino i bug”] E ancora: “Wix has always borrowed liberally from WordPress — including their company name, which used to be Wixpress Ltd. — but this blatant rip-off and code theft is beyond anything I’ve seen before from a competitor.” [“Wix ha sempre preso liberamente da WordPress – incluso il nome, che originariamente era Wixpress Ltd. – ma questo furto del codice è palese e va al di là di qualunque altra cosa abbia mai visto fare a un concorrente.”] Conclude poi il post con una chiara accusa: “Caro Wix ciò contravviene in modo esplicito la licenza GPL. [Quest’ultima] è quello che ha permesso di far prosperare WordPress. La tua app è costruita con il codice rubato e così tutta la vostra applicazione è ora in violazione della licenza” […] “Ho sempre detto che quando parliamo di GPL, non si tratta di limiti, ma di possibilità. È un modo per incoraggiare l’innovazione. Se volete chiudere la porta a quest’ultima, scrivetevi il vostro codice. Se invece avete intenzione di unirvi alla comunità open source, valgono le regole del gioco open source”. Matt Mullenweg ha infine concluso la sua lettera con: “Rilasciate la vostra applicazione sotto la licenza GPL, e mettete il codice sorgente della vostra applicazione su GitHub in modo che tutti noi possiamo costruire su di esso, migliorarlo, e imparare da esso”.

adesivi

Dal canto suo Avishai Abrahami, CEO di Wix, ha risposto al post di Matt Mullenweg ammettendo apertamente che la loro app ha fatto uso del codice WordPress, “ma solo per una parte minore della domanda”, e si è difeso dall’accusa di furto alla comunità open source elencando i 224 progetti promossi liberamente sulla pagina pubblica GitHub di Wix. Abrahami ha cercato di essere conciliante con Mullenweg e il suo team: “[…] voi ragazzi meritate un sacco di credito perché avete reso internet migliore” e si è detto pronto ad incontrare lo stesso Matt davanti a una tazza di caffè. La risposta di Mullenweg non si è fatta aspettare e, in un aggiornamento al post iniziale, ha ribadito ancora una volta la violazione che secondo lui Wix sta perpetrando alle regole della comunità oper source. Ha infine concluso: “Sarò felice di incontrarti quando il problema sarà risolto. Spero di essermi spiegato su cosa pensiamo che Wix stia sbagliando e come vada risolto”.

Attendiamo l’evoluzione delle vicende.

Emanuele Salvato

Senior copywriter per StampaPrint. Conseguita la Laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Bologna nel 1998, Emanuele ha iniziato ad arricchire le sue competenze in media e comunicazione lavorando per numerose testate locali, arrivando al titolo di giornalista professionista. Abile nella ricerca, nel servizio clienti, nella gestione, nella pubblicità e nell'editing, Emanuele vanta oggi una collaborazione pluriennale con StampaPrint. Esperto di stampa online, Emanuele si occupa infatti della stesura e della pubblicazione di numerosi contenuti testuali che popolano il sito di Stampaprint.net.

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