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25 gennaio 2017

Snapchat, i mille successi del fantasmino giallo

Scritto da Emanuele Salvato 25 Gennaio 2017
Comunicazione Lascia un commento Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio 2023

Snapchat è la più giovane tra le app di messaggistica istantanea per smartphone. Nata nel 2011 da un’idea di Bobby Murphy ed Evan Spiegel, nel corso degli anni ha saputo innovarsi e diventare sempre più competitiva, tanto che, nel 2013, il colosso dei social network, Facebook, ha tentato di acquistarla per 10 miliardi di dollari. I fondatori però non hanno ceduto alla tentazione e attualmente Snapchat vale circa 18 miliardi di dollari. Nel 2014 l’app ha aperto ufficialmente agli inserzionisti e quel giorno gli utenti americani hanno visualizzato il primo messaggio pubblicitario. Lo stesso anno è stato lanciato Snapcash, il sistema realizzato in collaborazione con Square, azienda statunitense di servizi finanziari e di pagamento, che arricchisce l’applicazione della possibilità di effettuare pagamenti in app. Lo scorso 2016 poi è stato un anno spettacolare per Snapchat. A marzo, per iniziare, l’azienda lancia Chat 2.0. Una nuova chat, tutta rivista, che ha l’obiettivo di “imitare ciò che rende speciale una conversazione faccia a faccia”: una delle caratteristiche principali della nuova chat infatti è passare da una modalità di interazione all’altra, avvicinando l’esperienza vissuta tramite smartphone a quella reale di tutti i giorni. “La caratteristica di questa nuova Chat che amiamo di più è la semplicità con cui puoi passare da una modalità di comunicazione a un’altra, proprio come se fosse una vera conversazione di persona. Quando sarà possibile, non invierai messaggi, non chiamerai e non effettuerai videochiamate… semplicemente farai una chiacchierata” scrivono sul comunicato ufficiale. La Chat 2.0 consente infatti di chattare, videochiamare, inviare adesivi e note vocali con un semplice tocco.

Snapchat Chat 2.0

Un nuovo approccio alla funzione di messaggistica, che avvicina l’app ai principali competitors quali Facebook Messenger e Whatsapp. A luglio poi è stato il momento di una svolta epocale per il social network: nato con la peculiarità di condividere contenuti effimeri, che si auto cancellavano dopo 24 ore, viene introdotta la nuovissima modalità Ricordi che permette agli utenti di salvare i propri Snap e le proprie Storie nella propria raccolta personale. Con la nuova funzione, video e foto vengono salvati all’interno dell’app e possono anche essere inseriti nella creazione di nuovi contenuti. Una cornice li contraddistingue dai contenuti più recenti.

È stata introdotta anche l’opzione My eyes only, che rende visibili i contenuti Snap e le Storie solo all’autore. Il successo di Snapchat non accenna a diminuire e ad agosto il mondo social ne ha la riprova. Esce infatti Instagram Stories che, pur non essendo pertinente all’universo Snapchat, ne è praticamente la copia sputata. Erano anni che il colosso Facebook cercava di appropriarsi del fantasmino giallo e, dopo il rifiuto dell’offerta d’acquisto di 10 milioni di dollari, è passato all’attacco…copiandolo. E in realtà non è stata la prima volta che è successo, già nel 2012 aveva fatto la sua comparsa un’app chiamata Poke, che offriva messaggi istantanei che si auto cancellavano a pochi secondi di distanza da quando venivano letti dal destinatario. Ha però avuto vita breve, è stata rilasciata nel 2012 e ritirata nel 2014. Nel 2013, Instagram ha introdotto Instagram Direct, la sua funzione di private-messaging, mentre nel 2014 Facebook ha presentato un’applicazione chiamata Slingshot per condividere foto e video arricchiti da disegni e scritte, anch’essa di vita molto breve. Ognuno di questi tentativi ha cercato di imitare una o più delle funzioni principali di Snapchat: il fatto che il sistema di messaggistica sia privato, e quindi non ci siano like e commenti pubblici, e la natura effimera dei suoi messaggi, che scompaiono automaticamente dopo un periodo di tempo specificato.

La prima caratteristica, in particolare, ha giocato un ruolo molto importante. In un’intervista con il Wall Street Journal infatti, il CEO di Instagram Kevin Systrom ha ammesso che la nuova funzione Stories della sua azienda era essenzialmente una copia di Snapchat, e che questo era perché “abbiamo bisogno di avere un luogo in cui ci si sente liberi di pubblicare quello che vuoi senza il timore che a chi osserva piaccia o meno”. Certo, Instagram partiva avvantaggiata avendo una fan base già ricca e strutturata; non stupisce perciò che abbia superato i 100 milioni di utenti attivi giornalmente nel giro di pochi mesi. Snapchat però non è stata certo a guardare e il 24 settembre Evan Spiegel, co-fondatore e CEO, annuncia la modifica del nome del social in Snap Inc e la nascita del loro primo strumento hardware, gli occhiali da sole Spectacles. Il cambiamento di denominazione è stato strettamente necessario visto che l’azienda ora non offre più un solo prodotto software ma ha allargato la propria offerta anche a prodotti hardware.

Gli Spectacles chiaramente non sono occhiali da sole ma possiedono una fotocamera integrata in grado di realizzare Snap e Ricordi. Si collegano allo smartphone tramite Bluetooth o wifi e così trasferiscono direttamente all’interno dell’app quello che vediamo con i nostri occhi: “Crediamo che reinventare il concetto di fotocamera rappresenti la più grande opportunità per migliorare il modo di vivere e comunicare delle persone”. L’operazione, insieme al cambio di nome, fa parte di un processo volto a presentare agli investitori un’azienda matura, capace di trasformarsi ed evolversi nel tempo, senza arenarsi su un fortunato successo temporaneo, anche se (almeno al momento) in costante ascesa. Snap Inc. dunque è alla ricerca di altre strade, sta sperimentando e Spectacles sono il primo prodotto di questa nuova era; un ulteriore modo per rafforzare il suo business nel mercato del video, ossia dove la pubblicità paga di più.

Il 2016 di Snapchat è stato quindi molto positivo, la piattaforma è diventata più completa e competitiva grazie al nuovo sistema di messaggistica, mentre l’introduzione di Spectales ha definito una nuova modalità per produrre e condividere contenuti, mostrando la capacità innovativa e la volontà di crescita di Snapchat.

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Certo, l’introduzione di Instagram Stories ha messo un po’ i bastoni tra le ruote a Spiegel e co. e le caratteristiche che avevano differenziato per anni Snapchat dai competitor sono ormai diventate quasi tutte disponibili anche su Instagram e su Messenger. Ma il team del fantasmino giallo non si scoraggia, e nel 2017 ha già messo a segno un paio di successi non da poco. Innanzitutto c’è stato l’accordo con Oracle Data Cloud per introdurre contenuti pubblicitari mirati per ogni singolo utente. È di pochi giorni fa poi la notizia che Michael Lynton si è dimesso dalla carica di amministratore delegato di Sony Entertainment per diventare presidente di Snapchat. Lynton ha lasciato il gigante giapponese dopo 13 anni: “Sono coinvolto con Evan [Spiegel N.d.a.] e Snapchat sin dai primi giorni e data la crescita registrata da allora ho deciso che era il momento di una transizione e di concentrarmi nel mio ruolo di presidente di Snap Inc. Lascio Sony con grande orgoglio per tutto quello che abbiamo compiuto insieme, e sono fiducioso che i grandi cambiamenti che abbiamo fatto e il nuovo team di gestione rafforzerà la società nel suo complesso”. Non da ultimo, quest’anno l’azienda sarà quotata in borsa: per Snap Inc. il 2017 si prospetta molto proficuo.

Emanuele Salvato

Senior copywriter per StampaPrint. Conseguita la Laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Bologna nel 1998, Emanuele ha iniziato ad arricchire le sue competenze in media e comunicazione lavorando per numerose testate locali, arrivando al titolo di giornalista professionista. Abile nella ricerca, nel servizio clienti, nella gestione, nella pubblicità e nell'editing, Emanuele vanta oggi una collaborazione pluriennale con StampaPrint. Esperto di stampa online, Emanuele si occupa infatti della stesura e della pubblicazione di numerosi contenuti testuali che popolano il sito di Stampaprint.net.

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