Il logo, si sa, è uno degli elementi basilari dell’identità aziendale, è il primo messaggio espresso dall’azienda, il racconto della sua storia, un buon logo esprime i valori ad essa associata e la distingue dalla concorrenza. Il compito fondamentale del logo, oltre chiaramente alla riconoscibilità, è quello di ispirare fiducia e superiorità rispetto a un altro marchio; per rafforzare questi concetti si tende di solito ad accompagnare il logo con un breve slogan, detto payoff, che aiuta a rafforzare l’identità del marchio, l’esempio più esemplificativo è: Nike – Just Do It.
Un logo aziendale non è un semplice esercizio di stile e creatività, è frutto di analisi e studio; spesso rimane legato all’azienda per molti anni dal suo concepimento o si adattano ai tempi ma mantengono i significati originali. Alcuni poi diventano così famosi da essere riconoscibili anche senza il payoff collegato, anche qui l’esempio per eccellenza è Nike e il suo riconoscibilissimo simbolo.
Alcuni brand hanno scelto d’inserire dei piccoli messaggi nascosti o un omaggio alla città d’origine, oppure ancora qualche riferimento grafico che rimanda alla mission e ai valori aziendali, originando così una vera e propria caccia all’easter egg per gli appassionati. Vediamone insieme qualcuno:
Amazon
Tutti conoscono il colosso Amazon, l’azienda di vendita online con sede a Seattle. È stata tra le prime grandi imprese a vendere prodotti su Internet. Fu fondata nel 1994 con il nome di Cadabra.com da Jeff Bezos e fu poi lanciata l’anno successivo con il nome di Amazon.com. Dal 1994 ad oggi il logo è cambiato diverse volte: dalla semplice A attraversata dal Rio delle Amazzoni da cui la società prende il nome si è giunti al logotipo attuale dove, tra la a e la z compare una freccia arancione. La freccia in questione va sì a formare un sorriso, per simboleggiare la soddisfazione del cliente che riceve il pacco alla consegna ma rappresenta effettivamente una freccia che unisce la lettera a alla lettera z, a significare che Amazon vende proprio tutto, dalla a alla z.
Tour de France
Il Tour de France è uno dei tre grandi giri maschili di ciclismo su strada, nonché uno tra i più importanti avvenimenti sportivi del mondo. Si tratta di una delle più antiche e longeve gare ciclistiche del mondo: a partire dal 1903 infatti la corsa si è svolta ogni anno, ad eccezione dei periodi della prima e della seconda guerra mondiale, durante il mese di luglio, nell’arco di circa tre settimane e su un percorso ogni volta diverso attraverso la Francia ed i paesi confinanti. Considerata la longevità, è chiaro che il logo dell’evento è cambiato parecchie volte, a partire dalle bellissime varianti in stile litografico create dall’illustratore vittoriano Otto Von Beach nel 1903. L’attuale versione del logo è uscita dalla mano del grafico francese Joel Guenoun nel 2003, in occasione del 100mo anniversario della corsa. L’introduzione del nuovo logo fu una vera e propria ventata di freschezza: in confronto alla nuova versione il logo precedente era decisamente più austero e ricordava molto di più un azienda corporate che una corsa ciclistica. Il nuovo logo presenta una scritta molto dinamica con una macchia di giallo – chiaro rimando alla maglia ottenuta dopo la vittoria – non solo, osservando più attentamente si nota come le lettere OuR vanno a formare, assieme al tondo giallo, la sagoma di un ciclista in azione.
London Symphony Orchestra
La London Symphony Orchestra (spesso abbreviata in LSO) è una delle maggiori orchestre sinfoniche del mondo e la prima orchestra indipendente nel Regno Unito. Essendo stata fondata nel 1904 l’immagine visuale è cambiata diverse volte, fino all’attuale logo che è stato realizzato nel 2011 dall’agenzia The Partners. Il design morbido del nuovo logo ha aiutato l’Orchestra a superare la sua apparente rigidità e di adattarsi ai tempi contemporanei; la scritta riprende le lettere che abbreviano il nome, LSO, creando un’onda musicale ma non solo, guardando con più attenzione si nota come il segno vada a formare un direttore d’orchestra intendo a dirigere i suoi musicisti.
Museum of London
Sempre restando a Londra, parliamo del museo della città: il Museum of London documenta la storia di Londra dalla preistoria ai giorni nostri. L’attuale logo è il risultato di uno studio e un radicale rebranding messo in atto nel 2008 – 2009. All’apparenza può sembrare di avere davanti delle macchie di colore poco chiare ma in realtà ogni livello di colore simboleggia l’estensione della città in vari periodi storici. Il logo fu creato dall’agenzia londinese Coley Porter Bell e vinse anche un Mobius Advertising Award nella categoria recreation and entertainment corporate identity.
Sony VAIO
Il nome VAIO è un sottomarchio che veniva applicato a molti prodotti Sony, in particolar modo ai computer portatili. Originariamente indicava l’acronimo per Video Audio Integrated Operation (operazioni audio-video integrate), ma dal 2008 è diventato Visual Audio Intelligence Organizer (organizzatore informazioni audiovisive) per celebrare il decimo anniversario del marchio.
Nel 2014 Sony ha annunciato la vendita della divisione VAIO alla Japan Industrial Partners, a seguito della scelta di concentrare le proprie forze solo sulla produzione mobile di smartphone e tablet, ritenuti dal colosso nipponico un mercato più fertile.
Il logo, oltre a mostrare chiaramente il nome VAIO, rappresenta la contrapposizione tra l’analogico, le prime due lettere VA, che rappresentano un’onda cosinusoidale, e il digitale, le ultime due lettere IO che rappresentano i numeri binari 1 e 0.
Toyota
Creare un logo memorabile e con un significato profondo non è cosa semplice, lo sa bene Toyota che per elaborare il proprio ci ha messo cinque anni. Il logo in questione è stato introdotto nel 1989, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’azienda; è formato da tre ovali e identificano nettamente l’azienda nipponica anche nel resto del mondo. I simboli nascondono in realtà uno studio profondo e complesso: i tre ovali sono sviluppati in un layout orizzontale e simmetrico che rende riconoscibile il logo anche visto da uno specchietto retrovisore. Gli ovali interni rappresentano poi il cuore dei clienti e dell’azienda che si intersecano, simboleggiando il rapporto di fiducia tra i due, mentre l’ovale esterno equivale al mondo che abbraccia il marchio. Ogni ovale è disegnato con uno spessore differente, in relazione all’antica arte calligrafica giapponese. Infine, ma solo infine, il logo contiene anche tutte le lettere del nome Toyota.
Alfa Romeo
Il logo della casa automobilistica milanese è in realtà l’unione dello stemma della città di Milano (una croce rossa in campo bianco, riconoscibile sulla sinistra) e del famoso Biscione, vestigia dello stemma araldico visconteo. L’ultimo Visconti fu Filippo Maria Visconti, che morì lasciando il ducato di Milano alla figlia illegittima Bianca Maria Visconti, la quale andò in sposa a Francesco Sforza. Gli Sforza mantennero la linea araldica viscontea, il cosiddetto biscione canonicamente raffigurato mentre ingoia un bambino o un uomo, a rappresentare il biblico profeta Giona e il serpente Leviatano.
Toblerone
Concludiamo in dolcezza: il Toblerone è una delle barrette di cioccolato più note al mondo, quello che è meno noto è la sua origine e quanto questa sia espressa e omaggiata nel logo. Se adesso il cioccolato fa capo all’azienda alimentare statunitense Mondelēz, le sue origini si possono far risalire al pasticcere svizzero Jean Tobler che nel 1867 aprì un negozio di delicatessen a Berna, nel quartiere di Länggasse. La richiesta di cioccolato Tobler e il suo successo furono tali che il pasticcere arrivò a fondare, nel 1899, la Fabbrica di cioccolato Berna, Tobler & Cie.
Nell’ormai famosissimo logo possiamo trovare un tributo a Berna, la città nella quale è nato: non solo nel naming è inserito il nome Bern (TOBLERONE), ma nella montagna è possibile riconoscere un orso, il simbolo della città stessa.
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