Dalla sua nascita la RAI e i suoi programmi hanno accompagnato e visto crescere intere generazioni; tra scandali, successi e problemi ha segnato e scritto la storia dell’Italia, di fatto monopolizzando il comparto televisivo nazionale fino agli anni ’70.
Oggi, è una delle più grandi aziende di comunicazione d’Europa, più precisamente il quinto gruppo televisivo del continente. Opera anche in campo editoriale e cinematografico, oltre che nel settore televisivo, radiofonico e sul digitale terrestre. È una partecipata del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che la possiede al 99.56%, mentre il rimanente è di proprietà della Siae.
In Italia la RAI conta 4 centri di produzione e 23 sedi regionali, ma trasmette in tutti e 5 i continenti e impiega circa 10.000 dipendenti.
La nascita della Radiotelevisione Italiana S.p.A. è da far risalire al Regio Decreto n. 1067/1923, un provvedimento normativo che affidava allo Stato l’esclusiva sulle trasmissioni radiofoniche. E così il 27 agosto1924 si costituisce l’Unione Radiofonica Italiana (URI), nata dalla fusione tra la società Radiofono di Guglielmo Marconi e la SIRAC e voluta dal primo Ministro delle Comunicazioni, Costanzo Ciano. Nel 1927, l’URI diviene Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR), rimanendo comunque in mano ai privati. Nel 1944 EIAR cambia nome in RAI – Radio Audizioni Italiane ma il regolare servizio televisivo inizierà solo dieci anni più tardi, nel 1954 quando il nome viene cambiato in RAI – Radiotelevisione Italiana. Il famosissimo Carosello andrà in onda nel 1957.
Con quasi un secolo di storia alle spalle, la società ha cambiato la propria corporate identity ben 7 volte (più alcuni loghi legati ad anniversari speciali), l’ultima delle quali è avvenuta lo scorso 12 settembre; vediamo com’è cambiato il famoso logo nel corso degli anni!
Il primo logo ufficiale RAI fu disegnato nel 1948 dall’architetto e pittore Erberto Carboni, uno dei massimi esponenti della grafica pubblicitaria italiana del secondo dopoguerra, ed era ideato ovviamente seguendo le tendenze grafiche dell’epoca, era perciò caratterizzato da lettere molto squadrate e da un forte uso di linee ortogonali; le lettere sono poste tutte alla stessa altezza così da formare un unico blocco monocromatico con una notevole forza d’impatto; il lettering richiama il carattere Egiziano. In una variante il punto sopra la i rappresenta la pupilla di un occhio. Nei primi anni di trasmissioni al logo Rai è spesso affiancato il logo TV, dove la T va a rappresentare l’antenna televisiva, anche questo è stato ideato da Carboni. Lo stesso Carboni realizzò anche la prima sigla di apertura delle trasmissioni e il monoscopio (l’immagine fissa che veniva trasmessa quando non era in onda alcun programma) che venne usata ininterrottamente dal 1954 al 1977. Nel 1961 nasce la Seconda Rete (oggi RaiDue) ma il logo rimase invariato.
Il secondo marchio fu realizzato nel 1970 da Alberto Ribera, responsabile interno della grafica aziendale Rai; si tratta di una rielaborazione della scritta RAI in lettere minuscole ma ancora fortemente squadrate e con un carattere tipografico più spesso e lineare, che usa gli elementi arrotondati della r e della a per fondere le due lettere in un unico blocco. Tuttavia questo logo non trovò applicazione significativa se non sulle telecamere in studio e quelle usate nei servizi esterni.
A fine anni settanta fu introdotta una seconda variante del logo di Carboni, con le stesse caratteristiche grafiche ma dove la scritta rai è interamente minuscola; ne esisteva sia una versione nera che una versione bianca. Non venne mai adottato ufficialmente e comparve solo in alcune grafiche, come ad esempio quella del segnale orario.
Nel febbraio 1977 iniziano ufficialmente le trasmissioni a colori. Così, con l’inaugurazione della Terza Rete a diffusione sia nazionale che regionale, divenne chiara la necessità di avere un nuovo marchio che potesse essere declinato nelle tre reti, RaiUno, RaiDue e RaiTre, per identificarle e denotare la diversificazione tra esse.
Perciò, all’inizio degli anni ’80, la RAI si appoggia allo studio grafico ARA che studia e realizza un nuovo logo dove le tre lettere sono tutte maiuscole, arrotondate, unite tra loro e raccordate con curve regolari. Ad ognuno dei tre canali viene poi associato un colore: il blu per RaiUno, il rosso per RaiDue e il verde per RaiTre: i tre colori primari della televisione a colori. Per ciascuna delle tre emittenti viene introdotta anche una variante dove, di seguito a RAI, appare in parola e in colorazione più chiara, il numero della rete; inoltre, compare accanto al nome di ogni rete una forma geometrica tridimensionale: una sfera blu per RaiUno, un cubo rosso per RaiDue e un tetraedro verde per RaiTre. I simboli e i colori servivano (e servono ancora) ad identificare le reti e a renderle riconoscibili da quelle private che hanno fatto il loro ingresso nel mercato negli anni ’80.
Questa versione durò solo fino al 1988, quando i responsabili Rai chiesero a Giorgio Macchi un ulteriore restyling del marchio: le lettere vengono separate per creare un effetto tridimensionale; fu introdotta la bandiera italiana, il tipo di carattere fu ridisegnato rispetto a quello del marchio precedente ma senza alterarne la percezione visiva complessiva. Nelle prime apparizioni di questa nuova versione del logo la bandiera è ruotata, con le bande orizzontali capovolta ma venne cambiata perché rimandava troppo alla bandiera ungherese.
Nel 2000 avviene un nuovo cambiamento della corporate identity, questa volta realizzato da AReA. Il logo diventa una farfalla tecnologica, le ali riportano in negativo due profili umani, il colore blu evoca la tecnologia, mentre la farfalla la fantasia e la libertà; i due volti rappresentano il dialogo e l’interattività. Il font utilizzato è il Futura. Rimane la diversificazione di colori tra le reti ma vengono tolte le tre forme geometriche. Il nuovo logo viene annunciato il 16 marzo ma avviene gradualmente fino al gennaio 2004, quando viene adottato definitivamente. Per il 50° anniversario viene adottato un logo speciale, realizzato ad hoc su sfondo oro, che viene utilizzato in tutti i programmi e gli eventi inerenti la celebrazione.
Con il passaggio al digitale terrestre nel 2010 avviene un altro cambiamento realizzato dalla società Frame by Frame; la Rai uniforma i marchi utilizzando rettangolo composto da due quadrati (che simboleggiano l’ordine nel caos): nel primo di colore blu (a indicare la tecnologia e l’ambito istituzionale) appare l’acronimo in bianco mentre nel secondo il nome del canale in cifre. Il nuovo font usato è Aharoni, una variante del Futura. I loghi sono semitrasparenti per evitare l’effetto sovrimpressione sui televisori al plasma ed hanno struttura rettangolare per adattarsi al formato 16:9.
Nel 2011 viene realizzato un logo in occasione del 150º anniversario dell’Unità d’Italia, è applicato ai programmi ed eventi inerenti la celebrazione. Nel 2014, in occasione dei 90 anni della radio e dei 60 della televisione viene realizzato un logo speciale trasmesso al posto dei loghi ufficiali nei giorni dei rispettivi anniversari.
Ora, nel 2016, la RAI ha apportato un ulteriore cambiamento alla sua immagine, con l’obbiettivo di “definire un’immagine aziendale unica e distintiva ma anche più coerente ed efficace, e portare nelle case degli italiani una televisione dall’identità visiva contemporanea, semplice ed aperta ad ogni età” come si legge nei comunicati ufficiali. Sono stati rivisitati in questo senso loghi, bumper di rete, grafica dei promo e cartelli di servizio; la forma quadrata, già introdotta nel 2010 è ancora predominante e accompagnata dagli stessi colori, ma rivisitati, così come le animazioni che giocano sui movimenti e le frammentazioni della forma quadrata del logo istituzionale. Così RaiUno passa ad un blu più caldo, RaiDue diventa color carminio e il quadrato qui cambia forma nei diversi usi diventando un rombo, RaiTre diventa di un verde più chiaro e si trasforma un quadrato intersecato, infine RaiQuattro diventa viola, a sostituire il magenta usato in precedenza, ritenuto eccessivamente femminile. Le rapide frammentazioni e movimenti del logo sottolineano la realtà dinamica della rete.
Questi cambiamenti, con cui la RAI prova a mostrarsi unica e compatta e che da gennaio andranno a coinvolgere anche i format esterni, preannunciano le novità che colpiranno i contenuti, questo sarà il momento della verità per la nuova gestione della presidente Monica Maggioni e del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, attraversata nei mesi scorsi da polemiche molto pesanti.
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