La consapevolezza che le risorse del nostro pianeta sono limitate, sempre più vicine all’esaurimento e una maggiore sensibilità sull’argomento da parte dell’opinione pubblica sono i principali fattori di un cambiamento radicale, che nel corso degli ultimi anni ha portato a una rivoluzione nella filiera. Buona parte della carta che maneggiamo oggigiorno, che si tratti di comuni fogli per fotocopie o da ufficio oppure di materiale di imballaggio, deriva da un processo di riciclaggio della carta da macero: un processo, va precisato, che negli anni è stato a sua volta perfezionato e reso meno inquinante. La carta di cellulosa viene pertanto chiamata carta bianca, mentre la carta riutilizzata grazie alla raccolta differenziata si chiama appunto carta riciclata. Che non va però confusa con la carta ecologica, derivante da un particolare processo di sbiancamento che può essere adottato sia per la carta bianca che per quella riciclata, e che presenta un impatto decisamente minore sull’ambiente.
Vediamo allora nel dettaglio le differenze tra i diversi tipi di carta e tra i diversi processi di produzione, con particolare riferimento a quelli meno impattanti sull’ambiente.
La carta bianca
Viene comunemente definita carta bianca il supporto proveniente dal legno degli alberi e composto dalla fibra di cellulosa come materia prima: un metodo ovviamente dispendioso in termini ambientali: oltre all’abbattimento degli esemplari e all’erosione della terra che ne consegue, se il processo di sbiancamento viene effettuato mediante l’utilizzo del cloro è necessario impiegare un’enorme mole di acqua e di energia. Esiste però anche la possibilità di sbiancare la carta senza il cloro, sfruttando composti a base di ossigeno che risultano decisamente meno impattanti sull’ambiente.
La carta riciclata
Anziché dal legno degli alberi, la carta riciclata si ottiene mediante la lavorazione della carta da macero. Va tuttavia fatta una distinzione tra la carta riciclata pre-consumer e la post-consumer.
Con pre-consumer si intende la carta ricavata da fogli non stampati e da rifili da cartiera: in sostanza, si ottimizzano le risorse già in possesso.
Con post-consumer si parla invece di fogli di carta già precedentemente utilizzati e che vanno pertanto raccolti (soprattutto grazie alla differenziata) e disinchiostrati (altrimenti detto deinking). In questo modo, ciò che abbiamo già utilizzato in passato potrà avere una seconda vita.
La carta ecologica
Spesso si tende a sovrapporre gli aggettivi “riciclata” ed “ecologica” e a pensare che i due termini coincidano. Non è esattamente così: con la definizione di carta ecologica si va infatti a indicare la carta riciclata con il 100% di fibre di recupero e non soggetta a operazioni di deinking o sbiancamento. Proprio l’utilizzo di carta da macero, l’assenza di lavorazioni e di sostanze inquinanti fanno di questo supporto un prodotto a tutti gli effetti ecologico. Differente è invece la carta reciclata, per ottenere la quale si utilizzano processi che hanno comunque un impatto ambientale.
Le certificazioni FSC
Il Forest Stewardship Council (FSC) è un sistema di certificazione forestale più accreditato al mondo. Il punto-cardine della filosofia di FSC consiste nella corretta gestione forestale e nella tracciabilità dei prodotti derivati. Per corretta gestione forestale si intende una prassi che rispetta rigorosi standard ambientali, sociali ed economici che prendono ispirazione da un manifesto di “10 Principi e 56 Criteri”.
Tale organo eroga diversi tipi di certificazione connessi “alle differenti componenti dei prodotti forestali, alle fasi di produzione e al successivo avanzamento dei prodotti attraverso la catena di custodia”. La certificazione di catena di custodia garantisce la rintracciabilità dei materiali provenienti da foreste certificate FSC. Infine, il Legno Controllato è un materiale mescolabile con altro materiale certificato durante la realizzazione di prodotti denominati FSC Misto.
Le carte riciclate certificate da FSC (ad esempio quella contenente cellulosa vergine) garantiscono pertanto una filiera controllata e rispettosa dell’ambiente che aiuta a proteggere e mantenere le comunità naturali e le foreste ad alto valore di conservazione, nonché il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle comunità e delle popolazioni indigene.
Caratteristiche e falsi miti attorno alla carta riciclata
Il modo migliore per abbattere i pregiudizi che circondano la carta riciclata consiste nell’affermare che una buona percentuale dei fogli che maneggiamo nella nostra quotidianità sono, appunto, realizzati con carta riciclata: non si tratta quasi mai, cioè, di fogli al loro primo utilizzo.
In passato, inoltre, si affermava che la carta riciclata fosse di qualità inferiore rispetto alla carta bianca. Così non è, tantomeno oggi che le tecnologie e i processi di produzione si sono rapidamente evoluti.
Un altro mito da sfatare è quello che riguarda la presunta polvere che sporcherebbe le stampanti: nulla di più falso, non vi è alcuna differenza tra carta bianca e carta riciclata in tal senso.
Infine, la qualità della stampa. Se è possibile che determinate tipologie di carta riciclata possano avere un basso punto di bianco (pur rappresentando una percentuale davvero minoritaria tra le numerose soluzioni in commercio), d’altro canto è assolutamente errato pensare che la definizione della stampa su carta riciclata sia inferiore rispetto a quella su carta bianca: anche sotto questo profilo, i risultati sono assolutamente equivalenti.
In conclusione
Si può affermare che, grazie alle politiche ecologiche attuate negli anni e in virtù di una differenziazione dei rifiuti sempre più puntuale ed estesa, la maggioranza della carta che usiamo ogni giorno è carta riciclata. Una parte di questa carta è ecologica, cioè non subisce trattamenti chimici o comunque processi di realizzazione che vanno a inquinare l’ambiente.
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