Mentre il celebre Pac-Man ha da poco tagliato il 36esimo anniversario dalla sua uscita nelle sale e punta ormai dritto al quarantesimo compleanno, anche un altro caposaldo degli anni Ottanta raggiunge un importante traguardo: Bubble Bobble (vero nome Baburu Boburu), uno dei videogame di culto per una (e forse più di una…) generazione, spegne infatti trenta candeline in questi giorni.
La versione arcade, quella ingombrante che si trovava fino a non troppo tempo fa in sala giochi, esordiva infatti nell’agosto del 1986. E chi era bambino, adolescente o anche adulto in quell’epoca, certamente avrà giocato almeno una volta (ma probabilmente molte di più) al mitico videogame che, un livello dopo l’altro, sfidava i giocatori – e pure le giocatrici – di tutto il mondo impersonati da due simpatici draghetti di nome Bubble e Bobble a eliminare tutti i nemici presenti sulla loro strada sparando bolle colorate per arrivare infine a liberare le rispettive fidanzate. Un gettone dopo l’altro, si diventava tutti esperti di tattiche e si conoscevano meglio gli avversari, sempre diversi e con caratteristiche specifiche. Il rito iniziava con la mitica cornice sonora, a sua volta riconoscibilissima, e che poteva terminare molti minuti più tardi per i giocatori più esperti e in grado di scalare i vari livelli (fino a un massimo di cento), ovviamente sempre più difficili. Particolare non da poco: il gioco poteva essere singolo o multiplayer, anzi era consigliabile giocarci in due. Chi non ricorda il secondo drago nell’angolo in basso dello schermo con in mano il cartello recitante “Insert coin”? Ecco.
Un’altra caratteristica di Bubble Bobble, ideato dall’allora ventiseienne Fukio Mitsuji, prodotto dalla giapponese Taito e certamente all’avanguardia per i suoi tempi, era quella di avere dei finali multipli. Fu il primo in assoluto. E poi e poi: si potevano guadagnare diverse tipologie di armi e di bonus, si potevano scoprire svariati segreti disseminati tra le pieghe invisibili del gioco ed esisteva pure una modalità “Super” disponibile solo per i campioni di Bubble Bobble. Dalla versione arcade a quelle per console e computer, il passo è stato breve e rapido: Nintendo, Sony, Commodore, Amiga… il videogame venne sdoganato un po’ ovunque, e negli anni successivi si sono succeduti svariati sequel che sono arrivati persino a edizioni abbastanza recenti. Una variante molto diffusa è stata quella di Puzzle Bobble, uscita nel mercato nel 1994 sempre per Taito: in questo caso i due draghi dovevano far scoppiare le bolle accoppiandole a gruppi di tre prima che il soffitto si abbassasse troppo. Per la mia generazione, ad esempio, era più popolare questa versione rispetto a quella “originale”.
Certo, a rivedere oggi la grafica e il semplice concept dietro a Bubble Bobble viene quasi da sorridere, eppure è storia recente, dell’altro ieri, e da lì poi è nato tutto il resto. Infine, per tutti i nostalgici, che certamente non mancano, segnaliamo la possibilità di giocare al videogame su Internet: esiste più di un portale di giochi online che offre tale opportunità. In pochi secondi potrai dunque tornare a sentirti un ragazzino del 1986: non è forse esattamente quello che stavi desiderando?
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