Street Art è il nome che i media contemporanei hanno dato all’espressione artistica che prende forma negli spazi pubblici, come strade, muri o stazioni. È una forma espressiva che è sempre esistita ma che solo negli ultimi decenni si è ritagliata una nicchia sempre più importante nel panorama culturale mondiale.
Fenomenologia di un fenomeno
Il boom della street art è esploso tra gli anni settanta del ‘900 e gli anni duemila, quando artisti del calibro di Daniel Buren, Christo, Jeff Aerosol, Blek le Rat, Richard Hambleton, Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, iniziarono a tradurre le proprie inquietudini giovanili e i turbamenti del proprio animo in graffiti e in interventi pubblici. Non a caso molti di questi artisti emergevano direttamente dal fenomeno del graffiti writing, e di fatto questa forma di manifestazione artistica ha inizialmente preso forma attraverso atti illegali.
L’interesse pubblico e mediatico per la street art è cresciuto a dismisura intorno agli anni 2000, grazie anche agli interventi di Banksy. In Italia l’arte urbana ha raggiunto grande fama dai primi anni duemila, con Torino e Forlì tra le città più attive. I principali artisti protagonisti di questa ascesa sono Bros, Ozmo, Tvboy, Ericailcane, Eron, Sten Lex e Blu, ormai famosissimo a livello internazionale.
Nel corso degli ultimi anni l’arte urbana si è distaccata sempre più dal suo contesto socio politico per addentrarsi nel mainstream e nel nel marketing, influenzando prodotti e campagne pubblicitarie.
È il caso dell’azienda milanese Fratelli Branca Distillerie che per festeggiare i suoi 170 d’attività ha chiesto agli street artists Orticanoodles di decorare l’imponente ciminiera di via Resegone. Su di essa sono stati così raffigurati tutti i simboli che rappresentano l’azienda, coma la storica bottiglia e l’aquila, uniti alle 27 erbe che compongono la miscela del Fernet Branca.
Campari invece, per festeggiare i suoi 110 anni ha fatto risistemare la mura perimetrali dello stabilimento di Sesto San Giovanni con un percorso artistico a murales di 11 tappe, una per ogni decade di attività.
Il contesto sociale
Se è pur vero che l’arte di strada negli ultimi decenni si sta distanziando sempre più dal suo significato primigenio di espressione delle inquietudini giovanili, non ha ancora perso del tutto la capacità di aggregare e commentare i contesti sociali in cui nasce. Non sempre, ma spesso. Oggigiorno infatti la street art viene spesso impiegata per riqualificare i quartieri degradati delle città, per ridare colore e vita a zone urbane altrimenti lasciate andare all’incuria e ai segni del tempo. In moltissime città, Italia inclusa, il rapporto con le istituzioni, prima conflittuale, è sfociato in esempi virtuosi di collaborazione: è il caso di Torino, che tra gli edifici in stato di abbandono del quartiere Barriera Milano ha indetto il bando B.art – arte in barriera. Per riqualificare le facciate di tredici stabili esistenti nella zona, si è deciso di creare uno storytelling che collegasse, come in un grande racconto a cielo aperto, tutte le opere presenti sui tredici muri. Al bando hanno risposto in 85 ma lo scettro è andato al concept Habitat di Francesco Giorgino, artista di strada pugliese meglio conosciuto come Millo. Rientrano in questo tipo di riqualificazione anche i progetto del Collettivo FX, un gruppo di street artist reggiani che nel 2010 hanno deciso di lavorare insieme portando sui muri d’Italia dei progetti di coinvolgimento sociale volti alla valorizzazione della memoria collettiva e alla denuncia di problematiche che riguardano la società, creando sempre uno spunto di riflessione per gli spettatori. È il caso di Dietro ogni matto c’è un Villaggio, portato avanti nel novembre e dicembre 2015 attraversando l’intero stivale da Bolzano a Mazara del Vallo. Il progetto ha ritratto “i matti del villaggio” di ciascuna città e le loro storie, spesso tramandate dalla popolazione stessa, con l’obbiettivo di “[…] riflettere su come stiamo noi, che ci consideriamo normali”. L’anno successivo è la volta di Non me la racconti giusta, un progetto in collaborazione con lo street artist Nemo’s, il magazine di arte e cultura contemporanea ziguline e Antonio Sena, fotografo e videomaker, volto a realizzare una serie di interventi in varie carceri italiane. Nel 2016 il Collettivo FX è stato in viaggio tra Tunisi e Bolzano alla ricerca di storie di Madonne e, dove possibile, dipingerle con una declinazione attuale in collaborazione con il territorio, le Madonne dell’Adesso: “[…] La Madonna in molti casi rappresenta la Fede ma prima ancora il popolo stesso. Della Tosse, della Confusione, dell’Umiltà, delle Galline, della Sanità, della Scarpetta, sono alcuni esempi di come le comunità hanno moltiplicato e modificato la Beata Vergine associandola ad episodi di vita, avvenimenti reali e leggendari del passato, che rendono la Madonna una “conseguenza” della comunità e non solo della religiosità […]” dice il Collettivo. Ancora e ancor più clamoroso è il caso di Fanzara, villaggio situato circa 100 km a nord di Valencia, in Spagna. Qui, grazie alla forza di volontà di Javier López e Rafa Gascó è nato il MIAU, il museo d’arte urbana incompiuto: quello che inizialmente doveva essere un semplice murales decorativo realizzato con la collaborazione di tutti gli abitanti del paese, invece è arrivato a essere uno dei principali festival di riferimento per gli amanti della street art. “Volevamo costruire un museo in cui chiunque volesse creare arte nel nostro paese potesse venire a farlo”; con solo una condizione: gli artisti devono coinvolgere in qualche modo i residenti del paese nel processo creativo.
Non sempre la comprensione tra istituzioni e artisti di strada è totale, è questo il caso della diatriba tra Blu e l’organizzazione dietro la mostra Street Art. Banksy & Co. – L’arte allo stato urbano, che ha portato l’artista al gesto estremo di cancellare le sue opere pur di evitare che fossero strappate per essere esposte in sala.
Street Art e moda
Nonostante le diatribe, le discussioni e i fiumi d’inchiostro che ne sono sgorgati, l’arte di strada ha fatto il suo ingresso (più o meno voluto) anche nei complessi museali. Si pensi solo alla sopra citata Street Art. Banksy & Co. – L’arte allo stato urbano che, nonostante le polemiche, è stata progetto espositivo storico sia per l’approccio “passatista” che ne ha contraddistinto le premesse, sia perché la mostra ha raccolto più di 300 opere, dalla natura più eclettica, come disegni, video, fotografie, insegne, calcinacci e soprattutto i famosi “strappi”, storici e contemporanei, che tanto hanno fomentato le polemiche.
Questo evento non ha fermato l’incontro tra street artists e musei, talvolta anche via “entrate secondarie” che rientrano a pieno titolo in campagne di marketing. È questo il caso del californiano Berry McGee, più noto come Twist, e della sua collaborazione con il MoMA e l’azienda d’abbigliamento giapponese Uniqlo per realizzare SPRZ NY, una capsule collection di t-shirt e bag.
Oppure ancora è il caso di Natalia Rak, artista polacca tra le pochissime rappresentati femminile nel campo dell’arte di strada.
Rak è stata espressamente scelta dal brand Medicine per una nuova collezione dedicata allo streetwear comodo e di stile, pensata per uomo e per donna. Per l’occasione l’artista ha creato un immenso murales nel centro di Cracovia.
Street Art e turismo
Infine, ma non da ultimo, la street art ha recentemente dato vita a percorsi di visita di tipo turistico per gli amanti dell’arte contemporanea e della scoperta, come i visitatori che corrono alla ricerca della Madonna con la pistola tra i vicoli di Napoli.
A Roma è possibile ammirare il Museo Condominiale di Tor Marancia, a Napoli invece è possibile ammirare i grandi interventi del Parco dei Murales di Ponticelli. Ma non solo: il Cvtà Fest per la riscoperta dei borghi in Molise, il tour il team di Pop Up! nelle Marche, quello nella città della Mole con Street Art Tourino, oppure ancora gli appuntamenti alla scoperta di Milano promossi da Another Scratch In The Wall. Anche la catena alberghiera Hilton, nei video promozionali per i suoi resort, contempla l’arte di strada come una valida attrattiva turistica:
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