Stampaprint è l’azienda leader nella stampa online di prodotti promozionali come volantini fustellati, pannelli e tessuti, ma propone anche accessori e gadget, quali sottobicchieri, cuscini e tazze, che il cliente può personalizzare con una propria immagine. Tra le svariate attività di marketing ha deciso di aprire WE, il blog di Stampaprint che tratta dei più svariati argomenti: dai tutorial per i nostri prodotti agli aggiornamenti del web. Infine, “fuori dal coro” è la sezione che si dedica alle interviste di esperti delle arti visive e creative. Oggi i professionisti del blog hanno intervistato per i nostri lettori Ilaria Caliri, una giovane crochet designer. Il libro di Ilaria, “Amigurumi Winter Wonderland”, è stato appena tradotto in tedesco (un anno fa usciva l’edizione in inglese e olandese), collabora inoltre con la rivista inglese Simply Crochet e quella italiana Casa Creativa. Una ragazza italiana che si è trasferita in Inghilterra e ci racconta in questa intervista le sue realizzazioni: gli amigurumi (“giocattoli lavorati ad uncinetto”).
Come è nata la passione per i filati e per l’uncinetto?
È una passione nata da bambina e cresciuta con me, giocavo con le stoffe, la carta e i filati. Durante gli studi ho sempre trovato del tempo libero per dedicarmi a queste attività che, senza internet, senza tutorial e senza youtube, erano una continua scoperta fatta di tentativi, fallimenti e sorprese. Ho imparato ad avere pazienza, ad ascoltare i miei tempi e i materiali che avevo tra le mani.
La sua specialità sono gli amigurumi: ci racconta cosa sono e come è venuta a conoscenza di questo tipo di realizzazioni?
Il nome amigurumi è di origine giapponese e significa letteralmente pupazzi realizzati a uncinetto o a maglia. Sono imbottiti come un peluche, ma l’esterno è interamente realizzato a mano con una tecnica che permette di lavorare in tondo senza avere cuciture. Mia cugina mi parlò di questi buffi e teneri personaggi realizzati con l’uncinetto, mi mostrò alcune foto che aveva scovato navigando tra siti web. Per me era un periodo molto intenso, senza una briciola di tempo libero, ma qualcosa scattò e iniziai a ritagliarmi un po’ di spazio per loro.
Sappiamo che lei ora vive a Londra, qual è la risposta degli inglesi alle sue creazioni?
Al momento lavoro con gli stessi contatti che avevo in Italia (che si dividono tra Inghilterra, Italia e Belgio), ma sono molto interessata alle dinamiche locali. Qui non mancano i mercati dedicati a crafters e makers, c’è attenzione per gli oggetti artigianali e si riconosce loro il giusto valore.
C’è una realizzazione a cui è più legata?
Sono legata a più realizzazioni, in modo diverso, perché ognuna mi ricorda un momento (quello in cui lavoravo, quello in cui disegnavo o sceglievo i materiali o parlavo con il cliente per capire perfettamente i suoi gusti) e fa riaffiorare emozioni diverse. Sono legata alla copertina Meadow, al Lemure, ai cactus che crescono e cambiano con me.
Quali consigli può dare a chi vuole entrare nel mondo del DIY?
Due caratteristiche sono, secondo me, fondamentali: la passione e la pazienza. Senza la prima non ci sarebbero spunti abbastanza forti per continuare a realizzare nuovi progetti con la voglia di migliorare e migliorarsi. La seconda è, purtroppo, indispensabile. Ogni lavoro artigianale è fatto da un insieme di piccoli gesti, ognuno di questi concorre alla realizzazione dell’oggetto finale che, oltre ai materiali di cui è fatto, racchiuderà la nostra cura e il nostro amore.
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