WE è un blog in cui i visitatori possono trovare pratici consigli di diversa natura: dalla promozione di un’attività commerciale a suggerimenti sul lifestyle. Si tratta del blog di Stampaprint.net servizio di stampa online in cui si possono realizzare articoli pubblicitari. Cartoline ed inviti, calendari, espositori da banco e cartelle di presentazione sono solo alcuni esempi di prodotti acquistabili online. Tra le tante attività del blog c’è “fuori dal coro”. Questa sezione propone interviste ad esperti delle arti creative e visive, del cibo, della moda e del beauty. Offre la possibilità a tali esponenti di raccontare i propri interessi e le proprie professioni. Tiziana Rinaldi (tizianarinaldi.it) è l’ospite di oggi: pittrice, illustratrice e scrittrice di libri per bambini. Tiziana ci racconta della sua passione per l’arte e di come questa si sia trasformata in un vero e proprio lavoro. Ci parla poi dell’esperienza di autrice e delle sue due creazioni: Ninablu e La strada di Miro.
Come è iniziata la sua passione per l’arte? Quando ha capito che sarebbe diventata la sua professione?
È sempre stata con me, la passione per l’arte. Penso sia proprio nata quando io sono nata. Sin da bambina sono stata attratta dalle forme – quelle di oggetti, paesaggi, tratti di un volto, corpo di un animale – dalle trame – di un tessuto, di una corteccia, di una foglia – dai colori, dalle immagini di ogni tipo – da quelle delle riviste di giardinaggio a quelle di vecchi libri illustrati – passando molto tempo a osservare, come per prendere, anche forse inconsciamente, appunti mentali. Appena sono stata in grado di tenere una matita in mano ho iniziato a tradurre le osservazioni in segni miei, ovviamente molto acerbi, disegnando e colorando, ma anche ritagliando, assemblando, creando piccoli libri o buffi oggetti. Ricordo un pomeriggio passato con forbici, colla, enormi fogli di carta da imballaggio bianca: volevo creare il mio vestito da fata. Ricordo una gonna larghissima, di carta intagliata e colorata, un mantello con tanto di strascico; poi, non ancora soddisfatta, mi ero creata anche tutti gli accessori, coroncina compresa. Allora era solo un divertimento, una passione, un amore. Ho capito che sarebbe diventata la mia professione, anzi, ho proprio deciso, in un momento preciso e se vogliamo anche drammatico della mia vita, ovvero a Maggio del 1995, quando a seguito di tanti eventi e di un crescente disagio, ho deciso di licenziarmi dal mio lavoro (sicuro) per intraprendere l’incerta e forse allora ancora vaga, ma fortemente e da sempre desiderata, professione artistica.
Lei è sia pittrice che illustratrice: quali sono le differenze sostanziali tra queste due attività?
Interessante domanda che mi mette però anche forse un po’ in difficoltà. La prima differenza sostanziale è che nell’illustrazione devo tenere conto di un testo, molto spesso non scritto da me, ma che in qualche modo devo fare mio, leggendolo più e più volte, assaporandone tutte le sfumature, ma soprattutto cercando il non detto, quello che è rimasto tra un rigo e l’altro ma che io intuisco, o credo di intuire, per fare ancora più mia la storia, raccontando a volte quello che succede nel mentre. Ma forse non accade questo anche in un quadro? Non è sempre una storia quella che racconto? Ancora più le due attività si fanno simili quando realizzo un dipinto su commissione, fatto di tanto ascolto, anche in questo caso del non detto. Una seconda differenza è che nell’illustrazione devo tenere conto di un ritmo. L’illustrazione di un libro è come la sceneggiatura di un film fatta di primi piani, piani sequenza, inquadrature diverse, momenti di grande azione seguiti da momenti di pausa. È fondamentale cercare e trovare quel ritmo, che è poi quello che scandisce tutto l’andamento nella storia. Ma anche un dipinto, non ha forse un suo ritmo interno? Un’alternanza di pieni e vuoti, un suo respiro che va ascoltato e rispettato.
Per questo mi sento un po’ in difficoltà a rispondere a questa domanda, per queste diversità che diventano poi similitudini. Se però devo pensare a una vera differenza tra le due azioni, nell’illustrazione tendo a semplificare, diventando più grafica, sottraendo, sottraendo, sottraendo, anche per non essere ridondante e invadente rispetto al testo, cosa che non faccio in pittura dove invece mi sento libera di poter aggiungere particolari in modo più dettagliato, sempre però con un senso di misura sempre presente, che mi dice in modo naturale quando è il momento di fermarmi.
C’è una tecnica particolare di pittura che predilige? Quali sono i soggetti che preferisce raffigurare?
La tecnica che uso sia per i dipinti che per le illustrazioni, che è poi quella che negli anni ho sviluppato e fatto più mia, è la stessa: una tecnica mista, che parte da una base di tempere acriliche, sulla quale poi stendo, secondo le esigenze del momento, velature di pastelli grassi o acquerellati, oppure intervengo con penne, inchiostri, inserti di collage e/o altro.
Tra pittura e illustrazione cambia solo il supporto: per la pittura uso il legno, per l’illustrazione cartoncini rigidi o carta.
I soggetti che prediligo fanno parte di due grandi categorie: le donne, circondate dal loro piccolo-grande mondo fatto di quotidianità, segreti, desideri e sogni. E i paesaggi: che siano marini, boschi, piccoli borghi sotto la neve, sempre visti però nel loro aspetto più sognante, spesso coloratissimo, quasi magico.
All’attività di pittrice si affianca quella di scrittrice, ha infatti pubblicato due libri per bambini. Come ha vissuto il passaggio alla scrittura? Ci racconta di queste due creazioni per i più piccoli?
I due libri che ho pubblicato come autrice sono “Ninablu”, da me anche illustrato, e “La strada di Miro”, con le illustrazioni di Antonio Boffa. Il primo narra le avventure di una bambina che vive su un’isola assieme al nonno, a un gatto, a una pappagallina e a tanti amici. È una bambina buffa, coraggiosa, molto indipendente, che vive ogni giorno come fosse un’avventura unica e meravigliosa, con quella naturalezza tipica dei bambini. Ninablu è la mia alter ego, le sue storie hanno tanto della mia storia. Narrando di lei ho potuto ricordare e portare alla luce tanto di me. La strada di Miro è invece un libro che racconta la storia di un viaggio. Il viaggio quotidiano che un uomo compie tutti i giorni per tornare a casa dal lavoro. È un viaggio che ha scelto di fare in bicicletta, col bel tempo ma anche nei giorni di pioggia, perché quello è il modo di muoversi che ha scelto, con lentezza, avendo modo di osservare il paesaggio che cambia attorno a lui e nelle stagioni, e di incontrare i tanti amici che lo aspettano sul suo percorso. Il passaggio dalla pittura/illustrazione alla scrittura è stato un passaggio naturale. Era una cosa che sapevo sarebbe successa, un giorno o l’altro, perché era lì in attesa da tempo. È stato naturale anche perché vivo le due azioni, rappresentare con disegni e colori o scrivere, come facenti parte dello stesso percorso, che è sempre quello di narrare una storia. In alcuni casi preferisco farlo con i segni, in altri con le parole. Come scelgo tra le due azioni, invece è una cosa che mi sfugge… È una decisione che si prende da sé, in modo indipendente dal mio volere.
Quali consigli può dare a chi volesse approcciarsi al mondo dell’arte? Qual è il segreto del suo successo?
Il mio successo… che definizione importante, grazie!
Non penso di avere segreti, ma tanta passione, un vero amore per quello che faccio, e poi curiosità, tenacia, pazienza, voglia di imparare sempre qualcosa di nuovo, di sperimentare, voglia di imparare anche dai propri errori, e tenere sempre l’attenzione e lo sguardo costante sul mondo che mi circonda così pieno di ispirazione e bellezza.
Questo è dunque quello che mi sento di consigliare a chi sta iniziando adesso. Imparare tutte le tecniche, studiare tanto, esercitarsi fino allo sfinimento, ma poi dimenticare, cercando uno stile personale, una propria voce, senza paura di sbagliare o di essere giudicato. Con amore, passione, pazienza, tenacia, voglia di sperimentare, di imparare dai propri errori, tenendo sempre fissi lo sguardo e l’ascolto sul mondo che ci circonda. E su quello immenso dentro di noi.
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