llustratrice, comic artist e graphic designer: questa è Francesca Urbinati, che ospitiamo con piacere nel nostro blog. Francesca si è diplomata alla Scuola del Libro di Urbino nel ’99. Ha animato effetti speciali 3D per RAI e Mediaset, ha fatto parte degli Adobe|Guru per l’area Digital Video e autoprodotto la serie a fumetti “Niki Batsprite”. Conosciamola da vicino.
Ho letto nella sua biografia che lei è fumettista, illustratrice e designer. C’è un’attività con cui ha iniziato la sua carriera oppure sono cresciute parallelamente?
Fin da piccola ero affascinata dalle tecniche di comunicazione, per esempio quelle riguardanti le scelte di colore o quelle in grado di suscitare determinate emozioni con una curva, un’espressione del volto o un’inquadratura.
Ho cominciato dall’animazione, sia come studi che come carriera. La mia curiosità e le opportunità che si sono presentate negli anni mi hanno permesso di collezionare esperienza in tantissimi ambiti, dalle proiezioni 3D interattive, all’illustrazione, al cinema.
C’è una tipologia di fumetti che preferisce? Perché?
Non ho una tipologia preferita, le buone storie non hanno genere o bandiera. Riguardo ai fumetti, prediligo le graphic novel o le saghe brevi. Rispetto alle uscite seriali, godono di una gestazione più lunga in cui gli autori possono curare al meglio sia la sceneggiatura che la grafica.
Lei è specializzata in animazione 3D. Quali sono le differenze rispetto all’animazione 2D?
L’animazione 3D esiste da molto prima dei computer. Si chiama stop-motion e consiste nel ritoccare la posizione di bambole snodabili o realizzate in plastilina. Ogni volta viene scattata una foto e, una volta che queste sono state messe in sequenza, appariranno in movimento.
L’animazione 3D al computer ricalca lo stesso principio della stop-motion, in uno spazio virtuale. Un calcolo successivo, detto rendering, elabora l’impatto di luci, texture ed effetti creando la sequenza di fotogrammi.
Per animare in 2D, invece, si disegna e colora ogni fotogramma. Per un minuto di animazione occorrono circa mille disegni.
Quando è scaturita l’idea di disegnare le avventure di Niki Batsprite?
Nel 2011, quando ho deciso di diventare freelance e, parallelamente, di rendere concreto il progetto che avevo nel cassetto da tanti anni. Sentivo che poteva cambiarmi la vita. E così è stato.
La storia di Niki prende la classica trama “buoni contro cattivi” e ne fa una parodia: come sarebbe il mondo se tutti riuscissero a percepire la percentuale di bontà o cattiveria altrui? E se l’eroe di turno non fosse né buono né cattivo e volesse solo farsi gli affari propri?
Ne è nata un’avventura comica che dietro l’ilarità cela temi più profondi, come la tolleranza, la famiglia, l’amicizia e così via.
Quali sono gli aspetti del suo lavoro che le piacciono maggiormente?
Tra autori-disegnatori c’è molta solidarietà. Siamo troppo diversi per considerarci concorrenti ed ognuno sa quanta fatica ed impegno ci sia dietro un “disegnino” altrui, perché lo sperimenta tutti i giorni in prima persona. Piuttosto ci si scambia pareri e consigli, si diventa amici, si collabora con successo.
É un mestiere avventuroso: stai chiuso nel tuo studio per settimane, quella seguente la passi in fiera ed è un bagno di folla, una specie di festa a cui partecipano lettori, amici e colleghi che non incontravi da mesi.
Devi studiare e sperimentare di continuo, non sei mai “arrivato” ed è elettrizzante, una condizione che ti mantiene sveglio e proattivo.
Ha dei progetti in cantiere?
Oltre ai progetti su commissione, sto lavorando al nono volume a fumetti di Niki Batsprite, che dovrebbe vedere la luce a settembre/ottobre sia in italiano che in inglese.
Un altro progetto in cantiere riguarda la mia illustrazione della Sirenetta Verde. A grande richiesta ne trarrò un webcomic (fumetto online) e un libro per bambini.
Inoltre quest’autunno inizierò ad insegnare fumetto e manga.
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