I nostri lettori e tutti gli appassionati di grafica sanno ormai alla perfezione come, dietro a un mondo apparentemente immediato e creativo, agiscano in realtà meccanismi collegati alla psicologia umana. Cosa rende, ad esempio, un manifesto azzeccato e un altro invece sbagliato e improduttivo? Perché un biglietto da visita riesce a fare colpo e a offrire una idea positiva di noi, mentre un’altra business card invece sarà destinata a farci dimenticare dal contatto, o addirittura a spingerlo a scegliere un concorrente e non noi?
Come si evince, dietro a qualsiasi lavoro creativo – sia esso “fisico” oppure destinato “solo” al Web – ci sono un lavoro e una pianificazione tutt’altro che indifferenti. Si pensi soltanto alla celebre psicologia dei colori che spiega come scegliere le tinte a seconda del messaggio che si vuole inviare, del pubblico al quale ci si rivolge e dell’impressione che intendiamo dare all’esterno. Oppure al corretto abbinamento dei colori, un’altra materia che da secoli è oggetto di studio e che, pertanto, non va assolutamente trascurato. Tutti argomenti che abbiamo già toccato sul nostro blog, alla pari del tema riguardante l’importanza dello spazio bianco nel progetto grafico. E proprio a questo tema si collega, in una certa misura, l’approfondimento che andiamo a sviluppare con questo articolo: si tratta della gestalt, una parola presa in prestito dalla lingua tedesca per illustrare una teoria che potrà risultare molto utile a tutti i grafici all’ascolto, siano essi professionisti oppure… alle prime armi.
Non perdiamo altro tempo e andiamo subito a spiegare che cos’è questa fantomatica gestalt, e a che cosa serve. Sei pronto? Bene, iniziamo subito!
Teoria della Gestalt: di cosa si tratta?
Il vocabolo gestalt proviene dal tedesco e significa letteralmente “forma”, ma in senso lato può essere tradotto anche come “rappresentazione”. Negli anni Venti, a Berlino, una corrente della psicologia prese questo nome (Gestaltpsychologie) in virtù degli studi che in quegli anni i suoi aderenti andarono a compiere. Il motto che fungeva anche da fondamento alla teoria consisteva nella affermazione: “Il tutto è più della somma delle singole parti”. Questa frase rivela perfettamente in quale direzione vertessero gli studi condotti dalla corrente tedesca: scoprire perché il cervello umano tenda a interpretare come un unico messaggio l’insieme di elementi diversi, e di come la nostra mente raggruppi le informazioni che in ogni momento riceviamo in categorie da noi stessi prestabilite. In campo grafico, questo studio della percezione diventa fondamentale nel momento in cui va a toccare il modo con cui l’occhio umano “legge” un determinato schema e ne riconosce e distingue le forme, i gruppi che lo compongono, l’unitarietà del messaggio. Per la teoria della gestalt, pertanto, è l’insieme il nucleo fondante, mentre i singoli elementi che lo vanno a comporre non hanno, presi singolarmente, alcuna importanza e significato.
La gestalt e il progetto grafico
Lo studio psicologico della percezione di un messaggio ha ovviamente una grande rilevanza in ambito grafico: se sappiamo come inviare tale messaggio, quali elementi utilizzare, come disporli nello spazio, riusciamo a comunicarlo al meglio e in modo positivo al nostro pubblico.
La teoria della gestalt è composta da diversi fattori che andiamo rapidamente a illustrare.
Il rapporto tra figura e sfondo
L’occhio umano tende a percepire e a scindere in modo immediato il soggetto dallo sfondo all’interno di un qualsiasi contesto visivo. Per sfondo non si intende qui soltanto un generico panorama o contesto spaziale, ma anche tutti quegli elementi a margine rispetto al soggetto principale. Perché si distingua la figura dallo sfondo, bisogna che i due insiemi siano ben separati tra di loro: è il principio del contrasto. Inoltre, generalmente si tende a identificare come soggetto la figura più piccola rispetto al contesto più grande.
La chiusura
Questo è, a mio avviso, uno dei concetti più affascinanti sviluppati dalla teoria della gestalt. Viene affermato, infatti, che l’occhio umano tende a completare (e quindi a “chiudere”) gli spazi vuoti e quelli rimasti aperti, soprattutto quando le linee vanno a tratteggiare o abbozzare forme a noi familiari. In un contesto grafico, riuscire a far intuire determinate forme può risultare essenziale nel veicolare il destinatario verso il messaggio che si vuole comunicare. Uno degli esempi più classici e utilizzati per spiegare questo concetto è il panda del WWF.
Semplicità, continuità, prossimità
Per semplicità non si intende qui soltanto la chiarezza con cui un oggetto riesce a risaltare rispetto al contesto che lo circonda, ma anche la capacità del cervello di identificare segni e oggetti nella loro forma più semplice. Prendendo dunque dei singoli elementi in apparenza senza senso e unendoli o sistemandoli vicini, la mente tenderà a unirli e a racchiuderli in un unico significato.
A questo concetto si legano strettamente quelli di continuità e prossimità: in modo automatico, infatti, la mente è portata a proseguire una determinata linea tracciata da una forma o un oggetto senza interruzioni, identificando così nella continuità un preciso insieme unitario. In quanto alla prossimità, riguarda la vicinanza nello spazio di due o più elementi che il cervello tende a percepire come una unica immagine od oggetto: si pensi ad esempio alle lettere che compongono una unica parola.
L’uguaglianza
Simile alle caratteristiche qui sopra elencate è il principio di uguaglianza. La mente tende in modo naturale a percepire come un unico insieme gli elementi che presentano caratteristiche comuni a livello di colore, dimensioni, forma, posizione, eccetera. Anche quando queste non sono unite le une con le altre.
Destino comune, parallelismo, simmetria
Il concetto di destino comune consiste, molto semplicemente, nel principio secondo cui uno o più oggetti tendono a muoversi nello spazio nella medesima direzione e, pertanto, la mente li identifica nello stesso gruppo.
A questo concetto si collega quello di parallelismo, per il quale l’occhio identifica e raggruppa gli oggetti che possiedono la stessa inclinazione.
Allo stesso modo, anche elementi diversi ma rappresentati in modo simmetrico per forma e contenuto vengono identificati in un unico gruppo.
La regione comune
Un ultimo parametro identificato dalla psicologia della gestalt concerne l’identificazione unitaria di diversi oggetti o elementi che avviene nel momento in cui tali elementi siano racchiuse nella medesima regione chiusa.
Conclusioni sulla gestalt
Come si vede, tutte queste caratteristiche vanno a motivare il motto “l’insieme è più della somma delle parti”. Presi singolarmente, gli elementi risultano privi di significato mentre, una volta uniti e raggruppati, formano un significante nel loro insieme. La teoria della gestalt è dunque molto importante per qualunque grafico che voglia far recepire in modo semplice e immediato il messaggio della sua opera. Nulla va lasciato al caso, e tutto concorre al buon esito finale. Tenere presente questi punti può fare la differenza nel successo (o nell’insuccesso) di un lavoro. Prima di mettersi all’opera, vale sempre la pena di pianificare, soppesare, valutare ogni elemento presente e mancante.
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