Ci siamo ormai abituati alle schermate degli smartphone che pullulano dei loghi di quelle app che nel corso degli ultimi anni abbiamo scaricato. Quante tra queste, tuttavia, siamo soliti utilizzare nel corso delle nostre giornate? Probabilmente poche, e magari sempre le stesse. Per la precisione cinque, stando al rapporto pubblicato da Forrester: le altre sono ben presto destinate a finire nel dimenticatoio, nonostante ci appaiano sotto gli occhi svariate volte al giorno, o essere utilizzate ben poco. Non si tratta di un caso, però: senza volerlo, siamo naturalmente portati a utilizzare i canali che riteniamo più utili o che sono in grado di attirare, con le loro notifiche, la nostra attenzione. Quali sono? Andiamo subito a scoprirlo.
Lo studio di Forrester è stato effettuato interpellando circa duemila possessori di smartphone sull’intero territorio degli Stati Uniti d’America. Risultato: l’80% del tempo che spendono sul device elettronico viene utilizzato sulle cinque applicazioni che aprono più spesso. Tutte le altre si suddividono il restante venti percento della fetta. La parte del leone sia dal punto di vista delle preferenze che del tempo speso la fanno le app di messaggistica istantanea: WhatsApp, Telegram, Snapchat, Messenger di Facebook e così via, a seconda di cosa si preferisce utilizzare. Idem per quanto riguarda gli intramontabili social network, da Facebook a Instagram, senza dimenticare Twitter: si calcola che il 14% del tempo speso su smartphone (circa 25 minuti al giorno) lo impieghiamo navigando su queste piattaforme, anche se è facile immaginare che il minutaggio aumenti esponenzialmente con le fasce di popolazione più giovani. Per le centinaia di migliaia di altre app presenti sugli store, invece, la vita è molto più dura, così come la probabilità di guadagnarsi un posto al sole. Anche se, a onor del vero, la lezione di Snapchat può insegnare molto a chi ha intenzione di provarci: la chiave consiste nel trovare l’idea giusta nel settore giusto (messaggistica e affini, dunque, ma non solo: chi ha detto Pokemon Go?). Più facile a dirsi, lo so.
A soffrire la flessione nei gradimenti degli utenti ci sono probabilmente anche i giochi che, soprattutto qualche anno fa, avevano conosciuto un grande boom: si pensi ad esempio alla saga di Candy Crush, tuttora comunque utilizzata quotidianamente da milioni di persone in tutto il mondo. Il futuro, stando a quanto dicono gli esperti, e a come si stanno muovendo le aziende leader del settore, risiede non tanto nelle app in sé quanto nei bot che le andranno ad “animare”: si tratta di programmi di interazione tra gli utenti e i computer che utilizzano la forma scritta al fine di imitare il nostro modo di conversare e offrire notizie, informazioni o assistenza di vario genere e tipo. I bot in realtà esistono da diverso tempo, ma non sono mai stati testati a dovere. Con la diffusione delle app e dei dispositivi mobili, in molti sono pronti a scommettere sulla loro ormai prossima proliferazione. Ma questo è un futuro ancora tutto da scoprire. Per il momento, invece, continueremo a frequentare le solite, care cinque app.
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