Un po’ come i servizi che offrono film tramite connessione Internet, da Netflix in giù, anche il mondo della musica in streaming si è aperto negli ultimi anni a piattaforme che alla quantità della proposta offrono allo stesso tempo anche la qualità che il pubblico sempre più esigente e numeroso richiede. Finiti ormai i tempi del download selvaggio e dei computer strapieni di mp3 che occupavano spazio e magari finivano nel dimenticatoio, oggi è tutto molto più “liquido”: si cerca, si ascolta, si skippa da un brano all’altro, da un album all’altro, da un artista a un altro magari completamente diverso. Capriole un tempo impensabili, oggi semplicissime. Resta il fatto che, oggi più che mai, la concorrenza è spietata: dai “sempreverdi” Soundcloud e Bandcamp, terreni di conquista di band indipendenti, al colosso Spotify, ma anche Deezer, Tidal e Amazon Music Unlimited. Tutti in pista, tutti in cerca di nuovi spazi vitali. Nei giorni in cui Spotify offre lavoro a Barack Obama e gli Arcade Fire pubblicano il nuovo singolo a sorpresa solo su Spotify e Tidal, facciamo un attimo il punto sulle strategie e gli endorsement delle varie piattaforme.
Spotify e l’offerta a Barack Obama
Ok, ne abbiamo già parlato diffusamente nei giorni scorsi, quindi eviteremo di dilungarci oltremodo. Di certo, però, Daniel Ek non ci ha messo mezzo secondo a raccogliere la voce secondo la quale il presidente uscente degli Usa Barack Obama avrebbe detto, forse in tono scherzoso, di voler lavorare dentro a Spotify. Ecco allora recapitata la proposta: un posto vacante in Presidente delle Playlist, ruolo niente male e certo meno stressante rispetto a quello che lo aspettava alla Casa Bianca. Spotify sta cercando di arricchire la proposta non solo con playlist pronte per gli utenti, ma anche con contenuti speciali quali le Spotify Sessions, concerti registrati appositamente per il servizio di streaming svedese da arti del calibro dei Coldplay. Incrementare il numero degli utenti non è semplice, anche perché i competitor come si diceva e come si vedrà certo non mancano. Poi certo, ci sono anche le esclusive, e anche in questo senso Spotify non si può certo lamentare. La recente introduzione di spot indirizzati a livello di età e di residenza possono forse attirare nuovi sponsor, ma l’obiettivo è quello di aumentare gli account Premium.
Tidal e il ricorso alla qualità
Da utenti, non è semplice districarsi nelle offerte di mercato, capire in modo immediato le differenze tra le varie piattaforme presenti, intuirne le potenzialità, i pregi, gli eventuali difetti. Certo, finché si resta nell’ambito del gratuito, di problemi non ne sorgono: si può usufruire di più di una piattaforma contemporaneamente. Il fatto è che spesso e volentieri c’è invece bisogno di abbonarsi, e per farlo bisogna essere coscienti di ciò che si sceglie: per l’offerta che viene proposta, indubbiamente, per la qualità dello streaming, per molti, e via dicendo. Insomma, bisogna ponderare. A volte, però, è sufficiente anche farsi conoscere. Ci pensavo stamattina, proprio mentre cliccavo play sul nuovo singolo pubblicato dagli Arcade Fire: “I Give You Power”. La formazione canadese, una delle più amate della scena pop-rock mondiale, ha scelto di dare l’esclusiva a Spotify e Tidal. Il colosso e l’outsider di lusso, verrebbe da dire: se infatti la piattaforma di Daniel Ek non ha ormai bisogno di particolari presentazioni, e può giocarsi le sue carte con l’opzione free a fronte di inserimenti pubblicitari, Tidal punta soprattutto sulla qualità dello streaming, simile a quella che potremmo ottenere da un disco. Ma non solo: anche sulle esclusive degli artisti “fedeli” alla piattaforma. Tra questi c’è senza ombra di dubbio Kanye West, il quale ha pubblicato il suo ultimo album in studio “The Life Of Pablo” in esclusiva proprio per la piattaforma. Cosa che non deve stupire più di tanto, visto che Tidal è stata acquistata dal rapper Jay Z, noto anche per essere il marito di Beyonce. Tidal fin dalla sua (ancora relativamente recente) nascita ha potuto contare sul supporto di artisti quali Madonna, Rihanna e i Daft Punk.
Le esclusive di Deezer
Un’altra piattaforma che negli anni ha più volte puntato sulle esclusive di artisti importanti è Deezer. C’è chi, come Damon Albarn (il leader dei Blur) o Giovanni Allevi, ha messo in ascolto il suo album Everyday Robots soltanto sulla piattaforma prima dell’uscita nei negozi. C’è chi, come i Bastille, ha creato una playlist ad hoc. Anche un festival importante come il Pistoia Blues ha fatto altrettanto. In altre parole, Deezer utilizza su larga scala questa strategia di marketing per catalizzare nuovi utenti. Lo fa anche al di fuori del mondo strettamente musicale: recente è l’accordo stipulato con il Manchester United in veste di partner esclusivo per l’audio in streaming. Deezer si serve inoltre di un algoritmo intelligente che aiuta gli utenti a scoprire musica nuova in base ai loro ascolti. Con sei milioni di abbonati paganti, quaranta milioni di brani, cento milioni di playlist e la presenza in oltre 180 Paesi del mondo, Deezer continua a crescere, e lo fa anche attirando utenti attraverso esclusive nazionali e mondiali. Vale la pena di sottolineare che anche la registrazione su Deezer è gratuita: ci si può comunque abbonare per servizi aggiuntivi (la possibilità di sfruttarlo anche su device mobili) e nessun tipo di pubblicità a interrompere il flusso delle canzoni riprodotte.
L’arrivo di Amazon
L’ultima novità nel campo in questione è rappresentata dallo sbarco di Amazon. Il servizio lanciato dal grande e-commerce prende il nome di Amazon Music Unlimited e, dopo la partenza negli Stati Uniti d’America, recentemente è sbarcato anche in Europa. Va detto che la piattaforma di Bezos parte con la prerogativa di essere a pagamento: il costo standard è di 9,99 euro al mese, in linea con gli altri servizi Premium, o di 79 euro annuali. Per lanciarsi nel Vecchio Continente, Amazon ha pensato anche a pacchetti da 3,99 euro al mese per un certo periodo di tempo. Anche qui, il catalogo di brani si attesta nell’ordine delle decine di milioni. In più, rispetto alla concorrenza, c’è la possibilità di “dirigere” le proprie scelte musicali con gli speaker Echo ed Echo Dot, che sfruttano l’assistente vocale Alexa per selezionare la musica tramite comandi vocali. Un tocco avveniristico fa sempre bene, no? Anche Amazon Music Unlimited sta instaurando delle esclusive con artisti importanti: ad esempio con Garth Brooks, star della musica country negli States.
I portali di Soundcloud e Bandcamp
Non serve invece alcuna registrazione né abbonamento per usufruire di Soundcloud. O meglio, non serve se si è utenti a caccia di musica da ascoltare. Viceversa, ci si deve necessariamente registrare (com’è ovvio che sia) per caricare musica. In questo caso esistono anche account premium che permettono di caricare più velocemente, vedere da quali città provengono gli ascoltatori, eccetera. Motivi per i quali Soundcloud è utilizzata soprattutto da artisti e gruppi che vogliono mettersi in mostra di fronte a un pubblico sterminato: 175 milioni di visitatori attivi al giorno in arrivo da 200 Paesi. Lo stesso discorso vale per Bandcamp, altro portale che si prefigge lo scopo di far conoscere nuovi artisti. Su Bandcamp si può anche pagare per ascoltare dei contenuti che gli artisti hanno scelto di mettere in vendita. Di certo, queste due piattaforme sono molto utili per captare nuovi fan. E, nella prospettiva opposta, per conoscere nuovi progetti o nuova musica della quale innamorarsi.
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