Riqualificare i quartieri degradati delle città utilizzando l’arte di strada è ormai divenuta una pratica piuttosto comune anche in Italia. Per fortuna, verrebbe da dire. Se non altro perché si tratta forse del modo più economico, pratico e “positivo” per ridare colore e vita a zone urbane altrimenti lasciate andare all’incuria e ai segni inesorabili del tempo. Già, proprio così: se a tutt’oggi in taluni casi il rapporto con le istituzioni risulta ancora conflittuale, in molti altri casi si può apertamente parlare di collaborazione. Di esempi di street art destinata a ravvivare le aree di città più o meno vaste ne troviamo sempre di più, sempre più spesso, in giro per lo Stivale. Magari con modalità e mani diverse, ma con un unico spirito di rivincita sul grigiore e l’abbandono delle periferie. Vediamo dunque alcuni esempi tutti italiani di street art applicata al concetto di riqualificazione urbana, oltre a qualche “caso” accaduto nel corso dell’ultimo anno: sei pronto? Buona lettura!
L’arte in barriera di Millo a Torino
Un fulgido esempio di collaborazione tra le istituzioni locali e gli artisti di strada arriva dalla città di Torino. Più precisamente da Barriera di Milano, uno dei quartieri periferici del capoluogo piemontese, nel quale non mancano edifici in stato di abbandono e scorci da rimettere in sesto. E così la Fondazione Contrada di Torino, in collaborazione con la Città di Torino e il Comitato Urban Barriera, ha deciso di indire il bando denominato “B.art – arte in barriera” per riqualificare tredici facciate cieche di altrettanti stabili esistenti nella zona. L’idea alla base del progetto era quella di creare un unico storytelling che collegasse, come in un grande racconto a cielo aperto, le opere presenti sui muri prescelti. Una storia legata all’ambiente circostante, e dunque in grado di dialogare con esso. Al bando hanno risposto in ottantacinque, da tutta Italia: alla fine, la giuria di esperti presieduta da Marianna Vecellio ha deciso di selezionare il concept “Habitat” di Millo, al secolo Francesco Giorgino, artista di strada pugliese che in settembre ha iniziato il suo titanico, ma certamente piacevole, lavoro alla Barriera di Milano. I primi risultati sono già magicamente apparsi sui muri di Barriera di Milano.
Decoriamo Valletta: il progetto di rigenerazione urbana a Mantova
Un altro valido esempio arriva da Mantova, e in particolare dal quartiere di Valletta Valsecchi, situato ai limiti della città e non lontano dalla raffineria che sorge alle porte del capoluogo virgiliano. Il progetto Decoriamo Valletta nasce nel 2013 su iniziativa dell’Associazione Arci Fuzzy (con il sostegno dell’amministrazione comunale), e ha come obiettivo quello di intraprendere un percorso di rigenerazione del quartiere attraverso piccoli interventi di street art. Non soltanto i muri della zona, dunque, ma anche i vari elementi di arredo urbano diventano opere d’arte che possono portare la firma di artisti di caratura nazionale (Pao, ovvero il milanese Paolo Bordino) o degli studenti del locale liceo artistico. Può trattarsi di murales, di sottopassaggi, dei “classici” panettoni collocati a bordo strada e trasformati ad esempio in un gruppo di simpatici pinguini che strizzano l’occhio ai passanti. L’ultima opera realizzata in ordine di tempo, proprio mentre stiamo scrivendo, si trova fuori dallo stadio “Danilo Martelli” di Mantova, situato all’estremità del quartiere di Valletta Valsecchi. Il murales raffigura la formazione del “Piccolo Brasile”, la storica squadrea del Mantova Calcio che tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta giocava così bene da essere paragonata alla selezione verdeoro (e da raggiungere per la prima volta la massima serie italiana, ovvero la Serie A). L’opera, davvero molto bella, è stata realizzata dagli studenti del liceo artistico, situato ad alcune centinaia di metri dallo stadio comunale mantovano.
Risollevare San Berillo a Catania dallo stato di degrado
Ci spostiamo adesso dalla Lombardia alla Sicilia per parlare di un altro grande progetto di street artist, questa volta verrebbe da dire “spontaneo”. Il quartiere di San Berillo, nel centro di Catania, ha alle spalle una storia piuttosto travagliata: in parte raso al suolo nel Dopoguerra in vista di una riqualificazione della zona mai in effetti avvenuta, si è trasformato in un’area degradata e, con il passare del tempo, in uno dei più grandi quartieri a luci rosse di tutta Europa. Qui l’intervento di una quarantina di artisti da strada non è arrivato attraverso l’emissione di bandi pubblici, ma diremmo per volontario spirito di riappropriazione di spazi in stato di abbandono. Certo, c’è l’imprimatur del Comitato di Quartiere e molto spesso dei proprietari stessi degli stabili, cosicché alcune opere sono persino realizzate su commissione. I muri e le porte di San Berillo hanno così trovato nuovo colore, raccontano storie sui residente della zona, insomma dialogano con il quartiere e lo rendono più vivo. Inoltre, a fronte di numerosi edifici sprangati, è sorto un progetto di sensibilizzazione verso il diritto alla casa che prende il nome di “Red Line Distreet” promosso dal collettivo Res Publica Temporanea. Un progetto di street art, ovviamente, applicato proprio su quei muri e su quelle porte oggi invalicabili.
Blu e le opere cancellate a Bologna
Del “caso” delle opere di Blu rimosse dallo stesso autore in segno di proteste se n’è parlato a lungo nei primi mesi di quest’anno. Blu è uno dei massimi artisti di strada non solo in Italia, ma anche a livello mondiale, al punto che il Guardian nel 2011 lo ha inserito tra i dieci migliori street artist a livello globale. Ha realizzato opere in ogni parte del mondo, ma è nella Bologna da cui partì nel 1999 che alcuni mesi fa ha deciso di cancellare le sue creazioni realizzate in spazi pubblici. La (immaginiamo molto sofferta) decisione è stata presa in seguito alla scelta di togliere dalla loro collocazione originaria alcune opere di Blu per portarle all’interno della mostra “Street Art. Banksy & Co. – L’arte allo stato urbano” allestita in marzo a Palazzo Pepoli. Per Blu, la street art è un patrimonio pubblico e deve necessariamente restare nel suo ambiente naturale, la strada appunto, e dunque non deve essere utilizzata per utilizzi e scopi privati. Insieme ad altri colleghi, dunque, ha deciso di cancellare nel giro di poche ore le opere raffigurate sui muri di Bologna in circa vent’anni di attività.
(fonti immagini: arteinbarriera.com, pagina Facebook Decoriamovalletta, pagina Facebook Res Publica Temporanea, Wikipedia.org)
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