Lo scrittore simbolo della Beat Generation, tuttora uno degli autori più amati da un pubblico di lettori che attraversa tutte le generazioni, dalle più vecchie alle più giovani. Jack Kerouac è tutto questo, il mito di un’America che forse non esiste più, se non magari lungo le strade polverose che sembrano non condurre in alcun luogo, là dove la civiltà sembra aver ceduto alla forza spietata della natura selvaggia. Kerouac è un nome universalmente noto, ma in pochi sanno che l’autore di “On the road” è stato anche un valido pittore. E proprio le sue opere dal prossimo 3 dicembre e fino al 18 aprile 2018 saranno esposte presso il Ma*Ga di Gallarate, in provincia di Varese.
Si tratta di un’esposizione in qualche modo unica, quella in arrivo nella popolosa località lombarda. “Kerouac. Beat Painting” presenta infatti un’ottantina di quadri e grafiche realizzate dallo scrittore americano nel corso della sua vita, ma si tratta nella maggior parte dei casi di opere mai arrivate in Italia prima d’ora. Rimaste per decenni a Lowell, nella città natale di Kerouac, i dipinti sono attualmente sparpagliati tra i più importanti musei d’arte moderna del mondo, dal Whitney Museum of American Art di New York al Centre Pompidou di Parigi. Insomma, si tratta di un’occasione più che ghiotta per conoscere da vicino il secondo lato artistico del poliedrico padre della Beat Generation. Il quale, in merito alla sua attività di pittore, soleva dire: “Dipingo solo belle cose. Uso vernici da pareti e colla, uso il pennello e le punte delle dita. In pochi anni potrei diventare un pittore di primo piano. Se lo voglio. E quando potrò vendere i mie dipinti potrò comperarmi un pianoforte e comporre musica. Perché la vita è una noia”. La pittura diventa allora un’occasione di evasione, di straniamento dalla realtà, di ricerca del bello, al pari di una prosa letteraria che racconta la ricerca della totale libertà.
“Kerouac. Beat Painting” è curata da Sandrina Bandera, Alessandro Castiglioni ed Emma Zanella. Inevitabilmente, l’arte pittorica e la letteratura vanno a intrecciarsi nel percorso ideato per la mostra: si incontreranno così i ritratti di Truman Capote e di compagni d’avventura beat come Robert Frank e William S. Burroughs, ma anche di personalità estranee a entrambe le sfere come l’attrice Joan Crawford o il cardinal Montini. Kerouac entrò in contatto con la Scuola di New York e i maestri della pittura informale, e queste influenze si notano nello stile dell’autore. Il Kerouac pittore è davvero foriero di sorprese, come si vede, e allora gli affezionati lettori e i semplici lettori sono caldamente invitati a visitare gli spazi espositivi del Ma*Ga. Anche perché, non bastasse, oltre alle ottanta opere in arrivo da tutto il mondo saranno presenti fotografie di Ettore Sottsass che mostreranno il legame tra l’autore e l’Italia e alcuni filmati dedicati o realizzati da Kerouac, tra cui l’intervista che gli fece Fernanda Pivano e il cortometraggio di mezzora da lui sceneggiato e diretto da Robert Frank e Alfred Leslie, nonché recitato da alcuni protagonisti della Beat Generation quali Allen Ginsberg e Gregory Corso.
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