I visitatori di una fiera non si fermano mai a tutti gli stand, nemmeno a tutti quelli che rientrano tra i loro potenziali interlocutori. Il motivo è, molto semplicemente, che il tempo è poco e spesso il visitatore parte preparato e con le idee già molto chiare in mente su cosa è veramente interessato a vedere. Inizierà sicuramente visitando gli stand che si è annotato ancora prima di mettere piede all’interno della fiera, perché conosce gli espositori e/o sa che i prodotti presentati lo potrebbero interessare. Tuttavia qualunque visitatore non disdegnerà mai di fermarsi negli stand che lo colpiscono di più. È quindi molto importante puntare l’attenzione sul proprio stand, progettandolo in modo da incuriosire i passanti e spingerli a fermarsi. Concretamente, infatti, si potrà mostrare la qualità del proprio prodotto o del servizio solo se il cliente si fermerà a parlarne. Ma in una corsia fieristica non si è soli: spesso gli espositori sono raggruppati per categoria, con il risultato di affiancare stand palesemente concorrenti. Apparire anonimi o prevedibili in questa circostanza non aiuta, anzi rende più difficile essere notati. Ecco quindi alcuni suggerimenti per farsi notare.
La prima cosa da fare con uno stand è partire dal concept generale, dall’idea che si vuole comunicare ai visitatori, ovviamente in base agli obiettivi di marketing. Una volta trovata quest’idea guida, si può decidere la corretta gerarchia espositiva all’interno dello stand: cosa è più importante che i vostri visitatori vedano per primo? Cosa dopo? Qual’è la disposizione ideale dei prodotti?
Il fulcro dell’ideazione dello stand deve essere il coinvolgimento più completo possibile del visitatore. Foto, video, musiche, profumi, performance, purché sempre coordinati all’immagine dell’azienda e mai troppo ridondanti o eccessivi. Tutto, purché sia funzionale per creare un percorso emozionale in grado di attirare i visitatori e di fargli ricordare, con naturalezza, il brand.
Un esempio sono gli stand di profumi o di essenze, che attirano i clienti con le loro fragranze.
Partecipare come espositore ad una fiera è un investimento che deve sì essere oculato ma che non deve mai perdere d’occhio l’obbiettivo finale, ovvero attirare nuovi clienti. Perciò sui materiali che compongono lo stand non bisogna mai lesinate: moquette che si scollano, poster che cadono, totem instabili, tavolini traballanti e sedie pericolanti sono quanto di meno appetibile possa esistere per qualunque visitatore. Lo stesso vale per i materiali pubblicitari, gli espositori da banco devono essere solidi, i volantini e i depliant devono avere un’alta qualità di stampa. È una buona idea investire su carta di grammatura media per le brochure e i cataloghi dei prodotti, in modo che i visitatori abbiano piacere a sfogliarli.
L’illuminazione in uno stand fieristico è di estrema importanza: uno stand poco o mal illuminato non attirerà mai l’attenzione il visitatore, ma anzi, potrebbe addirittura farlo sentire un ospite sgradito.
Anche il colore dello stand, delle (eventuali) pareti e degli arrendi deve essere funzionale a rendere l’azienda e il marchio immediatamente riconoscibili. Via libera dunque a colori e decorazioni che rispecchino appieno la brand identity. Questo è un concetto da tenere a mente anche nella scelta di eventuali fiori e/o piante.
Un’altro punto che sicuramente colpirà l’attenzione dei visitatori è la creatività e l’originalità dello stand. Uno stand visivamente impattante rimarrà certamente più impresso di un tradizionale stand fieristico. Un esempio? La roulotte-studio della stilista mantovana Sunvibes.
Un’altra ottima idea per farsi ricordare è creare un’interazione con il pubblico, qualcosa di unico che ben rappresenti però l’azienda e le sue peculiarità. Alcuni esempi possono essere, per le azienda alimentari, i cooking show con assaggi finali o delle dimostrazioni pratiche, come quella di calligrafia messa in piedi dallo stand della Corea alla Borsa internazionale del turismo.
Da ultimo, è sempre un’ottima idea investire una parte del budget fieristico in gadget promozionali da donare ai visitatori. Gli esempi più classici sono penne, cappellini o borsine shopper personalizzate con i colori e il logo dell’azienda. Il gadget deve essere qualcosa di unico, che i visitatori desiderino portare con sé.
L’esempio più recente è la shopper realizzata da Regione Lazio con la collaborazione dell’illustratrice Rita Petruccioli in occasione del Salone del Libro di Torino, il risultato è un prodotto esclusivo, che spinge i visitatori a cercare e fermarsi allo stand.
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