Nel corso degli ultimi mesi abbiamo dedicato più volte degli articoli dedicati alla evoluzione del logo dei più importanti brand del pianeta. Apple e Google sono soltanto gli esempi più lampanti di una tendenza che, in realtà, abbraccia (o dovrebbe abbracciare) un po’ tutte le aziende, grandi o piccole che siano. E questo in ragione di svariati motivi che andremo a spiegare nel dettaglio con questo esaustivo articolo che ti consigliamo di leggere fino alla fine. Già, perché – meglio dirlo subito – essere presenti e “sul pezzo” può non bastare per affermarsi sul mercato se il logo che ci rappresenta non risulta per diversi motivi all’altezza del marchio, delle aspettative del consumatore, dell’epoca in cui si trova a operare. Ecco perché conoscere i “segreti” di un logo è così importante per qualsiasi tipologia di impresa. Ed ecco perché anche colossi come Apple e Google, con cadenza periodica, sistemano o addirittura rivoluzionano il logo che li rappresenta.
Sei pronto? Bene, allora vediamo insieme quali sono le variabili che possono “spingere” a ritoccare il logo aziendale!
Il logo si evolve insieme all’azienda
Ebbene sì, è proprio così: ogni logo dovrebbe sempre essere in grado di rappresentare l’azienda e la sua evoluzione. Quando un’azienda cresce, anche tutta la comunicazione che la riguarda deve crescere allo stesso modo. Se quindi, ad esempio, il logo era stato realizzato un po’ in fretta, senza troppa cura, quando la ditta era ancora piccola e poco conosciuta, nel momento in cui raggiunge un pubblico più ampio deve sapere mettere a punto anche un logo che sappia essere all’altezza della sua fama, ma non solo: deve anche saper “dialogare” con il consumatore. E qui entrano in campo diverse variabili: la scelta del colore, ma anche quella del font più adatto, e poi un disegno che sia semplice ed efficace, subito riconoscibile dai clienti. Mi rendo conto che possono sembrare regole generiche, e in effetti lo sono, perché devono esserlo: ogni caso è differente, così come lo è ogni ambito di appartenenza. Un’azienda farmaceutica, ad esempio, dovrà scegliere soluzioni diverse rispetto a quelle di una industria alimentare, tenendo presente l’ambito di riferimento, le emozioni che vuole comunicare al suo pubblico, e anche la medesima tipologia di pubblico. Tutto concorre all’effetto finale, non dimenticarlo!
Il logo è “superato”? Rendilo al passo con i tempi
Altre volte, può succedere molto semplicemente che il logo della azienda risulti troppo “antiquato” per le logiche e le mode che vanno per la maggiore sul momento. Faccio subito un paio di esempi pratici: negli ultimi anni, il flat design e successivamente il material design (ideato e lanciato da Google, e subito adottato da molti altri) hanno preso il sopravvento a livello di grafica e, ovviamente, anche per quel che riguarda i loghi dei brand. Da Apple a Google, sempre per citare i “soliti noti”, la parola d’ordine è semplicità, linee stilizzate, nessun orpello. Se questo è il “diktat” a livello grafico, anche il logotipo (per chi non lo sapesse: la parte testuale del logo) vuole la sua parte. E anche in questo caso, negli ultimi anni, a dominare la scena sono i caratteri sans serif, ovvero privi di grazie – altrimenti detti bastoni. Le parole d’ordine sono dunque: bidimensionale, semplice e rassicurante.
Ok, a questo punto dobbiamo aprire una piccola ma necessaria parentesi: inseguire le mode può risultare una mossa vincente sulla breve distanza ma non sulla lunga. Nel senso che le mode, in quanto tali, passano e si rischia di restare, da un giorno all’altro (o quasi, ma insomma ci siamo capiti), nuovamente in possesso di un logo ormai di nuovo “superato”. Se quindi hai intenzione di seguire i dettami del momento, ricordati però anche che dovrai risistemare il tuo logo dopo un po’ di tempo. Viceversa, il logo correrà il rischio di apparire, tra non molto tempo, di nuovo obsoleto.
Novità da comunicare? Anche il logo cambia
Altre volte, può succedere che un nuovo logo vada ad accompagnare (e comunicare all’esterno) il cambio di rotta attuato da un’azienda. In questo modo, il marchio nuovo di zecca andrà a testimoniare la nuova direzione impressa dall’azienda. Un po’ come dire: fino a ieri era una storia, da oggi ne comincia un’altra. In questo caso, il cambio di logo è un segnale forte e chiaro che si manda ai consumatori i quali, percependo la novità, potranno scegliere di tornare a servirsi dei nostri prodotti, o comunque di provare una rinnovata curiosità nei confronti del nostro marchio. Se il brand è già affermato, si può anche procedere a un ritocco “soft” del logo, cosicché le persone lo possano riconoscere in modo immediato e univoco ma, allo stesso tempo, notare che ci sono delle novità nella comunicazione. In questi casi, anche il cambio di packaging può contribuire ad accentuare l’idea di novità che il marchio vuole comunicare all’esterno.
Lo sai che anche il logo deve essere social?
Beh, se anche non ne fossi a conoscenza, è tempo di prenderne atto: anche il logo deve essere “social”. Non nel senso che deve diventare “virale” (magari fosse così!), ma che deve tenere conto degli spazi offerti dalle piattaforme social. Un logo troppo complesso, ad esempio, farebbe fatica a far notare i propri dettagli sullo schermo di un Pc o, ancora peggio, di uno smartphone. D’altro canto, la semplicità di cui si parlava in precedenza è diventata non solo una moda, ma anche una necessità con l’avvento di smartphone, appunto, e tablet. Gli schermi piccoli necessitano di comprensioni immediate, ma non solo: sono le nostre stesse abitudini, sempre più veloci e distratte, a imporre una comunicazione subitanea e priva di eventuali equivoci. Ma non solo: il logo deve anche essere duttile, ovvero sapersi adeguare alle varie situazioni in cui può finire con l’essere collocato. Tanto per cambiare, il migliore esempio possibile ce lo offre Google, che nell’ultima versione del suo marchio, oltre al logotipo multicolore, ha anche varato una semplice G che racchiude al suo interno tutti i colori e che può servire in spazi più angusti come, ad esempio, l’immagine del profilo sui social network o l’icona dell’App Store.
In conclusione…
Tirando le somme, il cambio di logo può essere dettato da diverse esigenze, ma deve sempre essere pensato attentamente, soppesando per bene ogni dettaglio. Si può scegliere la continuità con la versione precedente, andando a lavorare sui dettagli, oppure scegliere di cambiare tutto. Ciò che importa è che il logo sappia rappresentare al meglio il tuo brand, inviare un messaggio ben definito ai consumatori… insomma, risultare funzionale al 100% al tuo scopo.
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